domenica 6 maggio 2007

Un mondo diviso




In un mondo globalizzato e pensato senza frontiere, molti paesi stanno intraprendendo una corsa per erigere barriere che li isolino dai loro vicini.
I muri sono qualcosa di più che cemento e filo spinato. Sono simboli corrosivi di spaccature socioeconomiche, di iniquità, divisioni che alla fine dovrebbero essere sanate.
Non solo quindi barriere economiche e protezionistiche, ma ancora e ancora muri fisici.
Il Pakistan vorrebbe innalzare una barriera o addirittura mettere mine nascoste lungo il confine montagnoso con l'Afghanistan. L'India iniziò negli anni '80 la costruzione di un muro lungo il confine con il Pakistan per fermare le infiltrazioni di militanti e terroristi. L'India sta inoltre innalzando una barriera lungo il confine con il Bangladesh per bloccare il passaggio di malcontenti politici ed economici dal suo poverissimo paese confinante. L'Iran sta innalzando un muro lungo il confine con il Pakistan per frenare gli ingressi di immigrati clandestini, il Botswana ha eretto un muro attraversato da corrente elettrica lungo il confine con lo Zimbabwe e l'Arabia Saudita sta spendendo milioni di dollari per isolarsi a sud dallo Yemen e a nord dall'Iraq. La Thailandia vuole un muro per isolarsi dalla Malesia. Da ultimi gli Stati Uniti, con il muro lungo il confine con il Messico e la barriera tra Israele e Palestina.
Una corsa generale alla fortificazione, insomma. E' contradditorio che i paesi si stiano aprendo economicamente ma che talvolta rendano difficili o addirittura impossibili gli spostamenti da una nazione all'altra.
Le barriere fisiche sono risposte tattiche assai limitate contro il terrorismo, e sono controproducenti nel momento in cui non possono resistere contro conflitti etnici storicamente radicati.
Un muro è una manifestazione fisica di politiche fallite, un'ultima illusa spiaggia rispetto al tentativo di trovare soluzioni migliori. Quando un muro diventa un simbolo ideologico dice molto di più di coloro che lo hanno eretto invece di parlare di coloro che sta isolando e tenendo alla larga. Nell'intento di voler proteggersi le nazioni, tirando su un muro, si costruiscono la loro stessa trappola.

1 commento:

Claudio Verri ha detto...

Già i cinesi circondarono il loro impero con un grande muro, anzi, una muraglia.
Le città una volta possedevano una cinta muraria, le nostre stesse case sono 4 mura che ci isolano dalle cose intorno a noi.
L'uomo ha sempre cercato di tenere le proprie paure fuori mura che considerava sufficienti a proteggerlo, e alla fine non ha ottenuto altro che isolarsi dal resto del mondo, così come noi ci isoliamo sempre di più nelle nostre case.
Ma così come la muraglia cinese non servì a tenere fuori i mongoli, le mura dietro cui ci nascondiamo non serviranno a tener fuori le nostre paure, poichè queste sono già dentro di noi.
Ci vuole tempo, e magari, un giorno, le supereremo..

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