mercoledì 2 maggio 2007

Anatomia dell'irrequietezza



Lo scrittore e giornalista Bruce Chatwin, grande viaggiatore, si domandava: "Perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due?" (pag. 94 "Anatomia dell'irrequietezza", Adelphi). Abbiamo una irrequietezza che ci porta a girovagare per soddisfare la nostra curiosità innata e il nostro impulso a esplorare, ma insieme all'impulso a vagare, abbiamo poi anche quello a tornare indietro per un desiderio di casa. Alcuni studi sul comportamento animale e umano identificano due tendenze: 1) girovagare è una nostra caratteristica geneticamente ereditata dai primati vegetariani; 2) tutti noi abbiamo il bisogno emotivo "di una base, caverna, covo territorio tribale, possedimento o porto. E' qualcosa che abbiamo in comune con i carnivori" (pag.95). Viviamo quindi un dualismo. Pascal una volta affermò nei Pensées che l'infelicità dell'uomo proviene dal non sapersene star quieto in una stanza: "Notre nature est dans le mouvement...", "La nostra natura consiste nel movimento". Chatwin inoltre prosegue citando nel suo "Le vie dei canti", nel capitolo dedicato alle sue annotazioni nei taccuini, Baudelaire (pag 219, Adelphi): "Studio della Grande Malattia: l'horreur du domicile", "orrore del domicilio", Journaux intimes.

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