martedì 22 maggio 2007

Hortus conclusus


Orto dei semplici modello Ulisse Aldrovandi

Margherita di campo per la tosse. Mughetto per i cardiopatici e tagete come insetticida....sono tutte piante, spesso assai comuni, che fanno bene alla salute, secondo le indicazioni della farmacopea antica. L'Orto dei semplici, inteso come il luogo che dal Medioevo si destinava alla coltivazione delle erbe medicinali, rinasce, secondo il disegno del grande naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi, nell'Orto Botanico dell'Università di Bologna, da lui stesso fondato. All'epoca, nel 1568, l'Orto dei semplici realizzato da Aldrovandi era nel cortile di Palazzo d'Accursio, e fu il quarto al mondo. Ora rinasce all'interno dell'Orto Botanico dell'Università, secondo un disegno anch'esso "aldrovandiano": una aiuola rotonda centrale e intorno altre quattro, a formare complessivamente un grande rettangolo, ordinato secondo una classificazione legata all'impiego nella farmacopea.

Al centro le piante ad attività antiparassitaria e insetticida, e nelle quattro aiuole rispettivamente quelle attive sulla cute e sul sistema nervoso; quelle curative del sistema muscolo scheletrico e dell'apparato genito-urinario; poi ancora le piante benefiche per l'apparato respiratorio e il sistema cardio circolatorio e infine il gruppo delle erbe utili all'apparato digerente.

La zona "ricostruita" è inserita nell'Orto Botanico.
L'impianto dell'Orto dei Semplici è ad uso didattico, e ogni pianta è corredata da una piccola scheda esplicativa, e l'idea della sua ricostruzione corrisponde a un interesse sempre più diffuso verso tutto ciò che è "naturale", dagli alimenti vegetali coltivati con metodi biologici, agli integratori alimentari per arrivare ai farmaci naturali ed ai prodotti erboristici per l'automedicazione.

Attualmente le piante medicinali sono impiegate in modo diverso rispetto alla prassi delle antiche officine, e sono utilizzate per estrarne diverse sostanze di uso farmaceutico, come ad esempio gli alcaloidi e i glicosidi.

Nel 1568 Ulisse Aldrovandi trasforma il viridarium del Cardinal Legato in Orto botanico con aiuole di forme geometriche sul modello del Giardino dei Semplici di Padova (1545) e del Giardino Pisano 1547). L’orto dei semplici deriva il suo nome da una classificazione medievale attribuita alla Scuola di Salerno che elencava le erbe di base, ritenute essenziali per una buona farmacopea: timo, rosmarino, salvia, maggiorana, acetosella, ecc.. Ulisse Aldrovandi è custode dell’Orto botanico per 50 anni e lo arricchisce con specie esotiche provenienti dall’India, dall’Africa e dall’America: un vero e proprio laboratorio di sperimentazioni naturalistiche a cui si fa risalire la nascita della moderna botanica. La pianta dell’orto era formata da quattro parterres rettangolari a disegni diversi, che contenevano quattro vasche per l’irrigazione I resti della vasca cruciforme, dedicata alla coltura delle piante acquatiche, sono visibili nel riquadro a nord-ovest dello scavo archeologico. Il sistema di irrigazione era regolato dalla cisterna situata al centro dell’orto, oggi evidenziata dal “semicerchio” sul pavimento della piazza coperta. Nel 1587, Francesco Morandi detto “il Terribilia” costruisce sopra la cisterna una deliziosa edicola corinzia, trasferita nel 1886 nel cortile della Pinacoteca in occasione della costruzione della futura Sala Borsa. Una replica dell’opera è oggi visibile nel cortile del pozzo di Palazzo d’Accursio.

Da orto a campo di addestramento

Nel 1765 l'Orto botanico viene trasferito in Via San Giuliano e successivamente durante il periodo napoleonico, nella sede definitiva della Palazzina della Viola, dove ancor oggi è l'Orto botanico della facoltà di Agraria. Alla fine dell'800 si assiste quindi alla definitiva trasformazione del giardino di palazzo e gli ultimi atti della rimozione dell'antico orto pubblico lasciano spazio ad un cortile erboso, utilizzato per oltre un secolo come campo di addestramento delle milizie cittadine e di esercitazioni dei pompieri.

Il primo Orto dei Semplici dell'Università di Bologna fu costruito da Ulisse Aldrovandi nel 1568, nel cortile di Palazzo d'Accursio, e fu il quarto al mondo dopo quelli di Pisa, Padova e Firenze, tutti fondati attorno alla metà del '500. L'Orto dei Semplici ricostruito entro lo spazio dell'Orto Botanico riprende la pianta e rievoca lo spirito di quel primo giardino aldrovandiano

Gli Orti Botanici che si trovano in tante città, spesso (ma non sempre) associati ad università, hanno un'origine lontana nel tempo. Il loro progenitore è l'Orto dei Semplici, od Hortus simplicium, luogo destinato, nel Medio Evo, alla coltivazione e allo studio delle piante medicinali. «Semplici» venivano chiamati, nella terminologia medievale, i principi curativi che venivano ottenuti direttamente dalla natura, mentre «Compositi» erano i farmaci ottenuti miscelando e trattando sostanze diverse. I farmaci venivano sottoposti a vari trattamenti (essicazione, macerazione, ecc.) nel laboratorio, chiamato, con termine latino, officina. Per ciò le piante medicinali vengono chiamate ancor oggi anche «piante officinali».

Per rendere più agevole il percorso attraverso la terapia moderna e del passato, nel nuovo Orto dei Semplici le piante sono ordinate, a scopo puramente didattico, in settori corrispondenti al loro impiego più comune. Anche questo tipo di classificazione non si presenta esauriente, in quanto molte piante presentano diversi impieghi, e dovrebbero quindi essere riportate in più settori. La visita dell'Orto dei Semplici vuole suscitare nel visitatore il desiderio di conoscere le piante medicinali nel loro uso storico e nella terapia moderna.

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