Emissioni totali di CO2 prodotte dal consumo di combustibili fossili (espresse in miliardi di tonnellate metriche):
- Nordamerica: 15,7
- America centrale e meridionale: 2,3
- Africa: 1,1
- Europa: 7,9
- Medio Oriente: 6,8
- Eurasia: 8,6
- Asia e Oceania (Cina, Giappone, India, altri): 2,6
Ciascuno di noi può rallentare il riscaldamento globale? Sì, gli scienziati hanno stilato una lista di 51 piccole cose che si possono fare quotidianamente. Ho letto il rapporto in inglese e volevo riportare alcuni tra gli esempi che sembrano curiosi o anche scontati, ma che in realtà possono fare la differenza. Ad esempio:
- usare di più i trasporti pubblici. I trasporti privati a livello mondiale contribuiscono per il 14% delle emissioni di CO2 nell'atmosfera;
- pagare i conti online: in questo modo si risparmia carta, carburante e tempo;
- mangiare meno hamburger da McDonald: la multinazionale americana, dati della FAO, genera il 18% di gas serra a causa del metano e di altri gas prodotti dal letame che è ovviamente il risultato della digestione bovina. Il metano ha un effetto riscaldante per l'atmosfera che è 23 volte superiore a quello del carbone;
- evitare i sacchetti di plastica: ogni anno si producono 500 miliardi di sacchetti di plastica e se ne ricicla solo il 3%. Il polietilene, stipato nelle discariche, impiega 1000 anni per biodegradarsi, emettendo gas serra nocivi nell'atmosfera. E' più semplice utilizzare sacchetti in tessuto o di materiale biodegradabile;
- supportare i produttori locali di ortaggi, frutta, carne e latte, in modo da ridurre l'inquinamento prodotto dai TIR sulle autostrade che trasportano questi generi di necessità da località lontane;
- riciclare più carta: ogni anno 900 milioni di alberi diventano carta; si potrebbe ridurre il numero di alberi tagliati utilizzando più carta riciclata, che nella produzione utilizza il 60% di energia in meno rispetto alla carta vergine. Ogni tonnellata di carta riciclata fa risparmiare 4.400 kW-h di energia, 30.000 litri di acqua e 19 alberi, e un albero ha la capacità di filtrare fino a 27 kg di agenti inquinanti nell'atmosfera;
- consumare meno, conividere di più, vivere in maniera più semplice.
Concludo riportando un paio di notizie. Georg Zielke vive con moglie e figli in una "casa passiva" a Darmstadt in Germania. I costi per il rscaldamento di questa abitazione sono il 90% più bassi rispetto a quelli delle case dei loro vicini. Un sistema combimanto di estrema insulazione e ventilazione ricicla l'energia da fonti passive come il calore corporeo, il sole e gli elettrodomestici per riscaldare l'ambiente. Una "casa passiva" costa dal 5 all'8% in più rispetto ad un'abitazione standard. Però quando viene freddo la famiglia Zielke accende la TV :-)
La crescente richiesta di biocombustibili ha avuto degli effetti indesiderati. Decine di migliaia di persone hanno marciato per Città del Messico per protestare contro l'aumento dei prezzi delle tortillas, legato ad un aumento della domanda di mais per la produzione di etanolo. I brassificatori tedeschi temono che i sussidi dell'Unione Europea a sostegno della colza per la produzione di biodiesel possano indurre gli agricoltori a smettere di piantare l'orzo, il che significherebbe un aumento dei prezzi per la birra. Una possibile soluzione? Ottenere biodiesel non da coltivazioni di piante destinate alla catena alimentare. Una grossa azienda sta promuovendo ad esempio la jathropa, una pianta spinosa che cresce in America Latina, Africa e India. Con un'ottimizzazione del processo produttivo, da questa pianta si può ottenere biodiesel di elevata qualità senza il rischio di "pompare" i prezzi di certi alimenti.
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