giovedì 19 aprile 2007

Blue Moon

Scrivo che è sera e sono indotto a pensare alla luna. Chissà perché, forse perché ha sempre esercitato su di me un notevole fascino.
Il mutevole aspetto del disco lunare ha fatto sì che la luna sia considerata esempio e simbolo d’incostanza.
In particolare per la credenza astrologica che le sue zone piane ed oscure – i mari e gli oceani – abbiano una particolare influenza sul carattere e sugli umori degli uomini.
Prima dell’invenzione del cannocchiale, gli antichi vedevano sulla luna differenti figure: un’irregolare faccia d’uomo, Caino per Dante, un dragone presso i cinesi, la lepre e il coniglio presso le popolazioni precolombiane del Centroamerica e i giapponesi, un uomo decapitato presso gli svedesi, un cane presso i tedeschi e gli indiani.
La luna provoca sulla terra le maree e si suppone che influenzi il tempo e le operazioni agricole.
Le singolarità della luna…posizione e circostanze in cui si scorge la luna nuova offrono presagi per tutta la lunazione; certe operazioni, specie agrarie, vanno compiute durante la fase crescente, altre nelle notti senza luna. Dormire alla luce lunare è considerato pericoloso: si diventa “lunatici”.
La periodica crescita, diminuzione scomparsa e ricomparsa della luna è alla base di importanti miti e culti presso i più diversi popoli. La riapparizione della luna appare come promessa d’immortalità o risurrezione presso popoli di cacciatori, come i boscimani del Sud Africa e d’altra parte presto si forma l’antitesi tra la luna immortale e l’uomo mortale: perciò spesso i miti dell’origine della morte hanno come protagonista la luna. Alle stesse radici risalgono le credenze secondo cui le anime dimorano nella luna. A queste idee è dovuta presso numerosi popoli la regolare celebrazione del novilunio e del plenilunio, per mezzo della quale la luna diventa un elemento fondamentale del computo del tempo.

Di mille
Donne elette eccellenti n’elessi una
Qual non si vedrà mai sotto la luna
(Petrarca)

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