domenica 15 aprile 2007

Quando Gregor Samsa si svegliò una mattina da sogni inquieti, si trovò trasformato nel suo letto in un immenso insetto. Era disteso sul dorso duro come una corazza e, se sollevava un poco il capo scorgeva il proprio ventre convesso, bruno, diviso da indurimenti arcuati, sulla cui sommità la coperta, sul punto di scivolare del tutto, si tratteneva ancora a stento. Le numerose zampe, miserevolmente sottili in confronto alle dimensioni del corpo, gli tremolavano incerte dinanzi agli occhi. "Cosa mi è successo?" pensò. Non era un sogno. La sua stanza, una vera stanza da essere umano, soltanto un po' più piccola, stava tranquilla fra le quattro familiari pareti. Sopra il tavolo - sul quale, tolto dalla valigetta, era sparso un campionario di tessuti (Samsa era commesso viaggiatore) - era appeso un ritratto che di recente egli aveva tagliato da una rivista illustrata e messo in una graziosa cornice dorata. Raffigurava una signora che, in cappello e stola di pelliccia, sedeva eretta e tendeva all'osservatore un pesante manicotto di pelliccia in cui era scomparso l'intero avambraccio [...]

Continua su "La Metamorfosi" di Franz Kafka

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