venerdì 27 aprile 2007

Campanili


La lotta fra guelfi, sostenitori del Papa, e ghibellini, sostenitori dell’imperatore.
Parliamo di campanilismi a partire dalla nascita dei Comuni in Italia. Le innumerevoli differenze che in Italia ancora persistono a livello regionale, se non locale, sono figlie di un’epoca in cui la penisola era politicamente frammentata e in cui l’importanza, il prestigio e la gloria si misuravano con l’altezza delle torri, come ad esempio a Bologna (dove ve ne erano più di cento e adesso ne sopravvivono sì e no una decina), o dall’altezza dei campanili.
Per contrastare il potere teocratico e papale simboleggiato dai campanili di chiese e basiliche, anche il potere laico e filoimperiale inizia la costruzione delle sue torri campanarie, ed è subito scontro tra chi la erige più alta.
Le torri dei palazzi del potere ghibellino sono le prime ad avere, oltre le campane, anche un orologio: perché, se la Chiesa, col rintocco delle sue campane, scandisce il tempo, il potere laico dell’imperatore vuole impadronirsi del tempo.

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