martedì 11 dicembre 2007

Auguri! Arrivederci al 2008 (forse)


lunedì 10 dicembre 2007

DON'T BE A PIG!

In un mondo dove 850 milioni di persone vanno a letto con la fame ogni sera, non sembra giusto che pochi privilegiati abbiano fatto uno sport di quello che vedete nel video.
Ogni 5 secondi un bambino muore di fame.
25.000 persone muoiono di fame ogni giorno.
Quasi la metà del cibo in America non viene mangiato, ed ogni anno negli Stati Uniti si gettano 50 miliardi di dollari per del cibo che non viene mangiato.

venerdì 7 dicembre 2007

Napolitano

"Non si può morire di lavoro e non si può lavorare per salari bassi, talvolta indecenti".

Italietta: come siamo messi a libertà di stampa e a livello di corruzione

Freedom House (http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=1) ha pubblicato quest'anno il rapporto per il 2006 sulla situazione della libertà di stampa nel mondo. Io vi riporto la classifica COMPLETA, vediamo come siamo collocati:
World Press Freedom Index 2006 - The rankings

1 Finland 0,50
- Iceland 0,50
- Ireland 0,50
- Netherlands 0,50
5 Czech Republic 0,75
6 Estonia 2,00
- Norway 2,00
8 Slovakia 2,50
- Switzerland 2,50
10 Hungary 3,00
- Latvia 3,00
- Portugal 3,00
- Slovenia 3,00
14 Belgium 4,00
- Sweden 4,00
16 Austria 4,50
- Bolivia 4,50
- Canada 4,50
19 Bosnia and Herzegovina 5,00
- Denmark 5,00
- New Zealand 5,00
- Trinidad and Tobago 5,00
23 Benin 5,50
- Germany 5,50
- Jamaica 5,50
26 Namibia 6,00
27 Lithuania 6,50
- United Kingdom 6,50
29 Costa Rica 6,67
30 Cyprus 7,50
31 South Korea 7,75
32 Greece 8,00
- Mauritius 8,00
34 Ghana 8,50
35 Australia 9,00
- Bulgaria 9,00
- France 9,00
- Mali 9,00
39 Panama 9,50
40 Italy 9,90
41 El Salvador 10,00
- Spain 10,00
43 Taiwan 10,50
44 South Africa 11,25
45 Cape Verde 11,50
- Macedonia 11,50
- Mozambique 11,50
- Serbia and Montenegro 11,50
49 Chile 11,63
50 Israel 12,00
51 Japan 12,50
52 Dominican Republic 12,75
53 Botswana 13,00
- Croatia 13,00
- Tonga 13,00
- United States of America 13,00
57 Uruguay 13,75
58 Fiji 14,00
- Hong-Kong 14,00
- Poland 14,00
- Romania 14,00
62 Central African Republic 14,50
- Cyprus (North) 14,50
- Guinea-Bissau 14,50
- Honduras 14,50
66 Madagascar 15,00
- Togo 15,00
68 Ecuador 15,25
69 Nicaragua 15,50
70 Burkina Faso 16,00
- Kosovo 16,00
- Lesotho 16,00
73 Congo 17,00
- Kuwait 17,00
75 Brazil 17,17
76 Argentina 17,30
77 Mauritania 17,50
- Senegal 17,50
- United Arab Emirates 17,50
80 Albania 18,00
- Qatar 18,00
82 Paraguay 18,25
83 Timor-Leste 18,50
84 Liberia 19,00
85 Moldova 19,17
86 Mongolia 19,25
87 Haiti 19,50
88 Tanzania 19,82
89 Georgia 21,00
90 Guatemala 21,25
91 Angola 21,50
92 Malaysia 22,25
93 Comoros 22,50
- Zambia 22,50
95 Niger 24,50
- Seychelles 24,50
97 Morocco 24,83
98 Bhutan 25,00
- Côte d'Ivoire 25,00
- Turkey 25,00
101 Armenia 25,50
- Malawi 25,50
103 Indonesia 26,00
- Sierra Leone 26,00
105 India 26,50
- Ukraine 26,50
107 Lebanon 27,00
108 Cambodia 27,25
109 Guinea 27,50
- Jordan 27,50
111 Bahrein 28,00
112 Cameroon 28,25
- Peru 28,25
114 Gabon 28,50
115 Venezuela 29,00
116 Uganda 29,83
117 Tajikistan 30,00
118 Kenya 30,25
119 United States of America (extra-territorial) 31,50
120 Nigeria 32,23
121 Djibouti 33,00
122 Thailand 33,50
123 Kyrgyzstan 34,00
124 Chad 35,50
125 Burundi 39,83
126 Algeria 40,00
127 Swaziland 40,50
128 Kazakhstan 41,00
- Rwanda 41,00
130 Afghanistan 44,25
131 Colombia 44,75
132 Mexico 45,83
133 Egypt 46,25
134 Palestinian Authority 46,75
135 Azerbaijan 47,00
- Israel (extra-territorial) 47,00
137 Bangladesh 48,00
- Equatorial Guinea 48,00
139 Sudan 48,13
140 Zimbabwe 50,00
141 Sri Lanka 50,75
142 Democratic Republic of Congo 51,00
- Philippines 51,00
144 Maldives 51,25
- Somalia 51,25
146 Singapore 51,50
147 Russia 52,50
148 Tunisia 53,75
149 Gambia 54,00
- Yemen 54,00
151 Belarus 57,00
152 Libya 62,50
153 Syria 63,00
154 Iraq 66,83
155 Vietnam 67,25
156 Laos 67,50
157 Pakistan 70,33
158 Uzbekistan 71,00
159 Nepal 73,50
160 Ethiopia 75,00
161 Saudi Arabia 76,00
162 Iran 90,88
163 China 94,00
164 Burma 94,75
165 Cuba 95,00
166 Eritrea 97,50
167 Turkmenistan 98,50
168 North Korea 109,00

Ecco invece qui di seguito un paio di mappe tematiche esplicative della situazione globale:

La mappa riflette le conclusioni dell'inchiesta della Freedom House del 2007, relativa allo stato della libertà nel mondo nel 2006.
verde: Libero
arancione: Parzialmente libero
rosso: Non libero


I Paesi evidenziati in blu vengono definiti "Democrazie Elettorali" nel rapporto di Freedom House del 2006.

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Secondo invece un rapporto di Transparency International (http://www.transparency.org/), l'Italia sarebbe seconda in Europa per corruzione politica dei partiti.

L'indice di corruzione, espresso con un valore da 1 a 5, assegna all'Italia un 4,2, ben al di sopra della media europea (3,7). L'Italia è seconda alla Bulgaria, che guida la classifica con un 4,3.

Dopo i partiti, l'istituzione più esposta alla corruzione è il Parlamento: 3,7. Risultato scadente anche quello ottenuto dai giornalisti italiani: 3,2.

giovedì 6 dicembre 2007


Aristotele nei suoi scritti di fisica asseriva che lo stato naturale dei corpi è la quiete, ossia l’assenza di moto, e che qualsiasi oggetto in movimento tende a rallentare fino a fermarsi, a meno che non venga spinto a continuare il suo movimento.


Secondo il tao, "Qualunque cosa faccia riposare la mente gioverà agli occhi."


Uno dei principi del tao è il wu-wei: spostarsi seguendo il fluire del corso della natura, può meglio essere compreso attraverso l'osservazione del movimento dell'acqua.


Nell'assenza di movimento il respiro si fa regolare e i pensieri si fermano e si acquietano per poi dopo un po' tornare a nascere e a stimolare di nuovo il moto.

"Chi possiede lo spirito più nobile dovrebbe teoricamente essere un re; se poi di fatto lo sia o meno ciò è irrilevante."

giovedì 29 novembre 2007


Il Darjeeling è una regione indiana dal clima mite, ai piedi dell'Himalaya, famosa in tutto il mondo per le sue piantagioni di tè, un tè così speciale e delizioso che alcuni lo chiamano "lo champagne dei tè".
Il Darjeeling, tra l'altro, è il mio tè preferito, per quel suo gusto forte e marcato, ma quando ieri ho fatto questa scoperta, subito dopo ho preso tra le mani la confezione da 25 bustine acquistata da uno scaffale del supermercato e mi sono sentito un po' in colpa. Ho rinunciato a farmi il tè. Ho letto che i lavoratori della ditta Valley tea, al confine tra Nepal e Bhutan, riempiono quotidianamente le ceste di bambù con le preziose foglie, ma che per questo vengono pagati solo 1,40 dollari al giorno.
Subito ho pensato allo sfruttamento operato dalle compagnie di tè occidentali e mi sono messo a riconsiderare i prodotti del commercio equo e solidale.
In fin dei conti, con i termini "equo e solidale", si intende un commercio nel quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, bensì la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche o politiche o sociali. È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, e si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento che si ritiene spesso applicate dalle aziende multinazionali. Le ipotesi base per la politica del commercio equo e solidale sono idee quali: i prezzi vengono stabiliti da soggetti forti (multinazionali, catene commerciali) indipendentemente dai costi di produzione che sono a carico di soggetti deboli (contadini, artigiani, emarginati);
l'incertezza di sbocchi commerciali dei prodotti impedisce a contadini e artigiani di programmare seriamente il proprio futuro;
il ritardo dei pagamenti, ovvero il fatto che gli acquirenti paghino la merce molti mesi dopo la consegna e spesso anni dopo che sono stati sostenuti i costi necessari alla produzione (infrastrutture, semenza, nuovi impianti arborei, materie prime), favorisce l'indebitamento di soggetti economicamente deboli e un circolo vizioso che porta spesso all'usura;
i produttori non conoscono i mercati nei quali vengono venduti i loro prodotti e dunque non riescono ad adeguarsi e tanto meno a prevedere mutamenti nei consumi;
al fine di ridurre i costi, vengono impiegate tecniche di produzione che nel medio-lungo periodo si rivelano particolarmente negative per il produttore e/o la sua comunità;
al fine di aumentare i quantitativi prodotti, si fa ricorso al lavoro di fasce della popolazione che nei paesi ricchi viene particolarmente tutelata (bambini, donne incinte, ...) e si rinuncia alla formazione dei giovani;
persone con scarsa produttività (rispetto alla concorrenza) non hanno di fatto possibilità di sopravvivere sul mercato.
Il commercio equo-solidale interviene creando canali commerciali alternativi a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a prezzi minimi a coloro che producono in condizioni ritenute più sostenibili.
I principali vincoli da osservare sono i seguenti: divieto del lavoro minorile, impiego di materie prime rinnovabili, spese per la formazione/scuola, cooperazione tra produttori, sostegno alla propria comunità, creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti.
Gli acquirenti (
importatori diretti o centrali di importazione) dei paesi ricchi, si assumono impegni quali: prezzi minimi garantiti (determinati in accordo con gli stessi produttori), quantitativi minimi garantiti, contratti di lunga durata (pluriennali), consulenza rispetto ai prodotti e le tecniche di produzione, prefinanziamento.
Secondo i dati delle Università Cattolica e Bicocca di Milano, tra il 2004 e il 2005 la vendita di tè equo e solidale ha subito un aumento dell'11%.

In morte della cultura francese?


Donal Morrison e Grant Rosenberg, corrispondenti per il settimanale TIME da Parigi, hanno realizzato per il numero della settimana corrente un interessante articolo dal titolo "In Search Of Lost Time", dedicato al (presunto) declino della cultura francese, o per meglio dire, alla perdita, da parte della Francia, del suo status di superpotenza culturale. Segno dei tempi che cambiano? La terra di artisti del passato o viventi di importanza mondiale, la terra di Proust, Monet, Piaf e Truffaut potrà mai riacquistare la sua gloria?
L'autunno significa molte cose per molti paesi, ma in Francia, in modo particolare, segnala l'alba di un nuovo anno culturale.
E non c'è nessun altro paese che prende la cultura in così seria considerazione come la Francia, dove essa gode di generose sovvenzioni.
Ogni città di qualsiasi dimensione in Francia ha il suo festival annuale di teatro o di opera lirica.
In passato ammirata per l'eccellenza dei suoi scrittori, pittori e musicisti, la Francia oggi è una potenza evanescente nell'arena culturale globale.
Solo una manciata di romanzi usciti quest'anno in Francia troverà un editore disposto a pubblicarli all'estero.
Le precedenti generazioni di scrittori (Molière, Hugo, Balzac, Flaubert, Proust, Sartre, Camus, Malraux) non mancavano di schiere di lettori all'estero. Perdipiù, la Francia annovera una dozzina di premi Nobel per la letteratura, più di qualsiasi altra nazione.
L'industria cinematografica francese - la più grande al mondo un secolo fa - deve lottare per riguadagnare la New Wave che ebbe negli anni '60, quando registi come Truffaut e Godard stavano riscrivendo le regole del cinema. La Francia ancora oggi sforna più di 200 film all'anno, più di qualsiasi altro paese in Europa. Ma il più delle volte i prodotti cinematografici sono leggeri e a basso costo, perdipiù solo per il mercato interno. I film di Hollywood coprono il 50% del mercato cinematografico.
L'arena artistica parigina, luogo di nascita dell'Impressionismo, del Surrealismo e di tanti altri movimenti è stata soppiantata, per lo meno in termini commerciali, da New York e Londra.
Il profilo culturale in declino della Francia potrebbe essere considerato uno dei tanti crucci nazionali, come il basso tasso di natalità in Italia, se la Francia non fosse la Francia. La Francia è un paese dove la promozione dell'influenza culturale è un cardine della politica nazionale da secoli, dove i filosofi e i nuovi musei sono simboli d'orgoglio e di patriottismo.
Molti francesi pensano che il paese e la sua cultura siano in declino dal 1940, anno dell'umiliante occupazione tedesca, altri pensano dal 1954, anno del conflitto con l'Algeria, o dal 1968, l'anno rivoluzionario che ha portato alla ribalta una nuova generazione di persone che ha influenzato l'educazione.
Per i francesi di qualsiasi colore politico, il déclinisme è comunque un argomento di attualità di questi ultimi anni.
Ospiti di talk-show, opinionisti, editorialisti condannano la fortuna in calo della Francia e persino la sconfitta della nazionale di rugby di quest'anno ai mondiali è stata considerata come un sintomo di decadenza nazionale.
Il governo francese spende l'1,5% del PIL per sostenere un'ampia gamma di attività culturali e ricreative (per converso la Germania stanzia lo 0,7% e il Regno Unito lo 0,5%). I sussidi alla cultura riguardano persino anticipi o prestiti versati ai produttori cinematografici, ma le statistiche riportano che la maggior parte di quel denaro non viene quasi mai restituita in toto. Comunque i guadagni provenienti da un 11% di tasse sul cinema vengono versati nella cassa sussidi. Canal Plus, la più importante pay-tv, deve spendere il 20% dei suoi proventi per acquistare film francesi. Per legge, il 40% degli spettacoli televisivi o musicali, deve essere francese. I canali TV fanno in modo che le produzioni francesi non siano quasi mai relegate nella fascia notturna. Il governo prevede esenzioni speciali per i lavoratori autonomi nel campo dell'arte. Pittori e scultori possono ottenere con i sussidi il loro atelier. Lo Stato inoltre finanzia un progetto del Ministero degli Esteri per mandare all'estero gruppi di artisti, insieme ai loro lavori, e sostiene 148 gruppi culturali, 26 centri di ricerca e 176 scavi archeologici all'estero.
Ma, nonostante tutti questi vantaggi, perché l'offerta culturale francese all'estero è in crisi? Un problema è rappresentato dai prodotti, la maggior parte dei quali è solo in francese, oggi solo la dodicesima lingua più parlata al mondo. Perdipiù, i maggiori organi di critica e pubblicità hanno sede in America o in Gran Bretagna. Negli anni '40 e '50 tutti sapevano che dovevano andare in Francia per essere notati, ora sanno che bisogna andare a New York. Un altro problema, secondo i detrattori, è rappresentato dai sussidi, i quali favorirebbero la qualità mediocre dei prodotti culturali, oppure anche dal protezionismo culturale francese, che diminuirebbe il loro appeal. Con un mercato caratterizzato dal protezionismo e dalla barriera linguistica, i produttori francesi possono fare affari a casa loro senza preoccuparsi di vendere all'estero. Solo 1 film francese su 3 viene esportato in Germania.
Tuttavia gli artisti francesi si stanno finalmente rendendo conto di non essere gli unici a giocare e che devono imparare a guardare oltre il pianerottolo di casa loro.
La carta vincente della Francia dovrebbe essere questa: spesso ciò che manca ancora a noi italiani e ad altri è quella sorprendente vivacità della letteratuta e della cinematografia francese.
Le minoranze arrabbiate ed ambiziose di Francia stanno facendo arte e cultura. La Francia è diventata un bazar multietnico di arte, musica e letteratura provenienti dalle banlieues e dagli angoli più disparati del mondo non bianco. Africani, asiatici, latinoamericani, con la loro musica, si stanno forse ritagliando più spazio in Francia che altrove. Film dall'Afganistan, dall'Argenitina, dall'Ungheria o da altri angoli del pianeta, iniziano a riempire i cinema. Autori di varie nazioni vengono tradotti in francese e, inevitabilmente, influenzeranno la prossima generazione di scrittori francesi. Nonostante le barriere protezionistiche, la Francia è un paradiso di conoscitori di culture straniere.
E cosa rende una nazione grande se non nuova energia infusa dai margini?
Jean-Paul Sartre, il gigante della letteratura francese post-bellica scrisse nel 1946 al governo statunitense per ringraziare l'America di aver prodotto Hemingway, Faulkner e altri scrittori che stavano allora influenzando la narrativa francese. "Vi restituiremo quelle tecniche che ci avete prestato", promise, "perché questo scambio incessante che fa riscoprire in altre nazioni ciò che una nazione ha inventato e poi 'rigettato' forse vi farà riscoprire la giovinezza eterna del 'vecchio' Faulkner in questi nuovi libri francesi."
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Ieri sera sono stato al cinema a vedere "Il mio amico giardiniere", in quanto mi piace molto Daniel Auteuil come attore. Ecco in breve il film:
Un pittore affermato, stanco di vivere a Parigi e prossimo al divorzio, decide di trasferirsi in campagna nella vecchia casa di famiglia, dove egli aveva trascorso la sua infanzia e la sua giovinezza. L'abitazione e il terreno sono però in grave stato di incuria e per questo il pittore, non avendo voglia di occuparsene, decide di cercare un aiuto. La scelta cade direttamente sul primo candidato, un ex-ferroviere in pensione, che egli subito scopre esser stato suo compagno di scuola. Le conversazioni e i giorni trascorsi con il suo amico giardiniere aiuteranno il pittore a ritrovare un mondo che credeva perduto per sempre. Nasce un grande affiatamento, fatto di ricordi e discussioni su due visioni opposte del mondo, quella urbana e sofisticata e quella naif del campagnard incolto ma sincero. Jean Becker mette in scena senza pretese una semplice storia di amicizia. Il film mette in scena il confronto tra la campagna delle cose semplici ma vere e una Parigi caricaturale fatta di traffico e vernissage dove si parla giusto per mettersi in mostra. Becker fa un'elegia delle cose concrete.

mercoledì 28 novembre 2007

John Lee Hooker - Hobo Blues

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Ieri sera ho casualmente scoperto su MySpaceTV questo video d'epoca, molto raro, datato 1969, con un John Lee Hooker in gran forma che interpreta uno dei suoi grandi successi. La qualità audio/video forse non è il massimo, però per me è stata una grande sorpresa, mi sono quasi commosso!

Teoria dei mondi piccoli


La Teoria dei piccoli mondi è una branca della teoria dei grafi che deve la sua esistenza, e la sua conseguente applicabilità e utilità, a studi riguardanti una pletora di discipline quali: biologia, economia, informatica e sociologia. La sua nascita può essere fatta risalire alla comparsa nel 1998 sulla rivista Nature dell'articolo Collective dynamics of «smallworld» networks dei due matematici Duncan Watts e Steve Strogatz.

Questa teoria generalizza ed esplora le caratteristiche di insieme che hanno reti connesse di elementi, indipendentemente dalle caratteristiche proprie degli elementi.
Reti, ad esempio, di router, compratori, partner, ecc., hanno almeno due caratteristiche simili: l'alto livello di aggregazione e il basso grado di separazione. La teoria illustra appunto come sia possibile conciliare questi due aspetti apparentemente contraddittori: il fatto che nonostante ogni elemento tenda ad avere relazioni prevalentemente con pochi altri (alta aggregazione) non impedisce di ottenere comunque una sua "vicinanza", tramite pochi intermediari, con qualsiasi altro elemento della rete (basso grado di separazione).

Tale studio ha fatto molto scalpore poiché dà una spiegazione generale a situazioni già osservate in particolari reti connesse di elementi (es. reti di persone, di computer, catene alimentari) in differenti campi scientifici. Un esempio abbastanza conosciuto sono i cosiddetti "sei gradi di separazione" osservati nelle reti sociali, cioè il numero di passaggi sociali (amici degli amici degli amici...) che separano, mediamente, qualsiasi essere umano da qualsiasi altro.

Esempio di grafo sociale delle conoscenze: affinché ci sia una conoscenza "indiretta" di tutte le persone del mondo (con una popolazione di 6 miliardi di persone) è sufficiente avere 24 conoscenze casuali (in senso matematico) ovvero conoscere una persona a caso su 250 milioni. La rete sociale ipotizzata in questo esempio non è però realistica visto che le conoscenze non sono casuali, ma tendono ad essere più "aggregate" (es. le persone conoscono prevalentemente gli individui che abitano vicino a loro). La rete delle conoscenze tra le persone è perciò più simile ad una rete piccolo mondo che ad una rete casuale.

Pensavo l'altra settimana, dopo aver casualmente rivisto, concentrate nell'arco di pochi giorni, alcune persone che non rivedevo da anni e che avevo quasi dimenticato e che pensavo di non rivedere più, che il mondo è veramente piccolo. Non solo, la gente mormora. Siamo inevitabilmente stati inseriti, a partire dalla nostra nascita, in un sistema nel quale siamo cresciuti, nel quale siamo stati educati e nel quale ci siamo scavati (o stiamo ancora tentando di farlo) una nicchia, per reclamare ciascuno il proprio spazio vitale all'interno della società. Nell'arco della mia breve vita ho conosciuto però anche individui che non volevano, o forse non ce la facevano a stare interamente soggetti alle regole del sistema all'interno del quale si erano ritrovati senza una loro scelta deliberata, hanno ponderato una decisione e hanno deciso, spesso anche con molte difficoltà e sacrifici, non di lottare contro questo sistema, dato che ormai sarebbe controproducente, se non quasi utopico, bensì di fuoriuscirne, per ricercare una vita alternativa, in pace con sé stessi, senza arrecar fastidio a questa società, alla nostra società fasulla.

lunedì 26 novembre 2007


Sto ad una finestra dalla quale si vede il mondo. Le mie membra oggi sono stanche, gli occhi sono pesanti, la testa è fatta preda dal torpore.
Le imposte di questa finestra sono assai particolari, si possono aprire sia verso l'esterno, sia verso l'interno, e in definitiva si aprono sul nulla.
compassione, semplicità e pazienza

amore, moderazione e umiltà

Anche se l'acqua è leggera e debole, essa ha la capacità di erodere lentamente la roccia. L'acqua è compatta e rimane sempre uguale a sé stessa, a differenza del legno, la pietra o qualisasi altro materiale che può essere suddiviso in pezzi. Essa può tuttavia riempire qualsiasi contenitore, assumere qualsiasi forma, andare dovunque,anche nei buchi più piccoli. Quando si suddivide in tante gocce, l'acqua ha ancora la capacità di riunirsi.

L'uomo dovrebbe essere in armonia con la natura, affinché il mondo segua la sua naturale evoluzione. Per fare questo l'uomo non deve ambire ad azioni troppo grandi o complesse. Queste azioni, se irrealizzabili, saranno solamente causa di sofferenza e sentimenti negativi nell'uomo.

Agire solo quando si deve agire.

Lasciar fluire la natura delle cose e la propria natura, affinché questa si plasmi come meglio sia possibile, trovando la sua armonia in relazione all'universo.

« Senza nome è il principio universale, quando ha nome è la Grande Madre di tutti gli esseri. »
(Tao Te Ching)

La dualità, l'opposizione e combinazione dei due principi base è riscontrabile in ogni elemento della natura: maschio e femmina, luce e oscurità, attività e passività, movimento e staticità. Il dualismo è però pura illusione, dato che la complementarità dei principi cosmici fa sì che ogni cosa e il suo opposto si equivalgano e siano in fin dei conti identificabili l'una con l'altro, che siano la medesima cosa; il dualismo, dunque, in realtà non esiste, è solamente una codifica che l'uomo tende a porsi basandosi sull'esperienza che conduce attraverso l'utilizzo dei sensi. Il mutare delle cose è un continuo compenetrarsi e vicendevole rigenerarsi di questo dualismo illusorio.
La natura è ciclica, composta da processi circolari eterni e inarrestabili. Essa è la fonte della vita, di tutte le cose: per questo l'uomo deve rispettarla, imparando innanzitutto a rispettare la sua stessa interiorità — la natura della sua persona — accettandola e non lasciando che essa venga sminuita e repressa.
Per rispettare la propria natura, ognuno dovrebbe trovare la prospettiva corretta per pensare, ma al contempo continuare a cercare una fonte più profonda per guidare al meglio la sua interazione con l'universo. Le sensazioni generate dall'influenza dei valori artificiali della società, ostacolano la capacità di capire il senso della Via.
La vita personale deve basarsi sulle capacità e possibilità di ognuno, piuttosto che sul desiderio di una vita forzata sul modello imposto dalla società. I desideri sono la fonte delle aspettative e aspettative irrealizzabili provocano sofferenza.
Questa consapevolezza porta l'uomo ad apprezzare la vita in ogni suo evento, e a vedere il suo posto all'interno del mondo come un momento miracoloso in cui semplicemente è parte del Tutto.
Esistenza come frutto di un continuo ciclo fra tre elementi: l'individualità; la società e i suoi valori artificiali e i principi della natura. L'individuo deve capire i principi della natura e saperli integrare ai valori della società in cui vive per poter condurre un'esistenza armoniosa.

« L'uomo non è il centro della vita, la misura delle cose, ma è totalmente e soltanto parte della natura. »

L'uomo deve prendere coscienza, innanzitutto, di non essere superiore agli altri esseri viventi, la centralità di tutto l'universo, l'essere prescelto che gode del diritto divino; ma deve comprendere di essere parte della natura, del ciclo delle cose.
L'uomo crede di essere saggio perché elabora idee creando delle sue verità, ma, nello stesso tempo in cui stabilisce delle norme di moralità, crea il male. In realtà, nessuno è più saggio di un bambino in cui l'armonia naturale è perfetta.
Proprio per poter meglio agire nel mondo bisogna non essere subordinati agli oggetti ed alle convenzioni.
Il vuoto è fecondo: è solo grazie al bianco del foglio che l'inchiostro può ricreare con grazia e sincerità le montagne, le coste, gli alberi.

« Niente ha presa sul corpo quando lo spirito non è turbato. Niente può nuocere al saggio, avvolto nell'integrità della sua natura, protetto dalla libertà del suo spirito. »
(Lao Tze)

« Spirito della creazione,
Gambo dell'eternità,
Dai vita al cielo e alla Terra.
Con il tuo continuo movimento,
Invisibile e inesaustibile,
Il ciclo non ha mai fine. »

« Guarda la tela della vita,
Tesa nell'esistenza.
Tutto ciò che osserviamo,
Si muove in un cerchio,
La vita è un continuo ritorno,
Alle radici,
All'Origine. »

« Puoi nutrire la tua mente,
Scoprendo in ogni istante,
Il mistero della Fonte?
Puoi essere costantemente cosciente,
Della tua unità divina?
Puoi concentrarti sul tuo respiro,
Finché non sarai un tutt'uno col tuo essere,
E innocente come un bambino? »

« Mao Qiang e Li Ji - due belle cortigiane - sono ciò che la gente considera bello,
ma se le vedessero dei pesci nuoterebbero in profondità,
se le vedessero degli uccelli volerebbero via,
se le vedessero dei cervi, galopperebbero lontano.
Tra questi quattro gruppi, chi è che conosce l'ideale universale di bellezza? »

domenica 25 novembre 2007

Avanti Savoia! - BlobTube del 22/11/2007

Non sentono vergogna. Forse credono che gli italiani siano rimasti quei pecoroni dei tempi del bisnonno di Emanuele Filiberto. Eminente quella scena del film "La marcia su Roma", dove il regista fa dire a Vittorio Emanuele III: "Ma lei cosa pensa di questo Mussolini, neh? ...va bene, lo teniamo con noi qualche mese, poi se non ci va bene lo mandiamo a casa".
La causale del risarcimento sarebbe:
"i danni morali subìti durante l'esilio per la violazione dei diritti dell'uomo così come stabilito nella Convenzione Europea del 1948".
E se tutti i parenti dei caduti in guerra chiedessero un risarcimento a quei boriosi con la r moscia?




Il Reno si stacca dai monti con incantevoli


Indugi, e prende spazio in pianura.


In fiore gli oscillanti canapai ubbriacavano.


Dai fieni mézzi che dan la febbre, da ondate


Di frumenti pesanti, chi passa lungo le siepi


Ne vede uscire i campanili rossi e i pioppi


Senz'ombra, annegati nella canicola, che non si sa


A che vento mai trovino il modo di tremare


In queste calme di luglio.


(parole di un locale poeta dimenticato, riportate da Riccardo Bacchelli ne "Il diavolo al Pontelungo)



Rileggendo oggi questi versi non posso ripensare a quel passato, perché è un passato ottocentesco che non posso aver vissuto, ma lo immagino, aiutato da queste parole che evocano immagini, e subito nasce in me una riflessione.



Dovremmo ricostruirci con pazienza il passato per poter capire come migliorare.



Non bisogna scordare niente del passato, né le cose brutte, né le cose belle. Alla fine dei conti sono sempre ricordi e faranno sempre parte della nostra vita. Bisogna accettarli e trarre il meglio da essi.
La conoscenza della storia, soprattutto dei punti nodali del passato, è condizione per ben interpretare il presente. Un popolo che dimentica il proprio passato è incapace di far fronte al proprio presente ed è condannato a diventare vittima del proprio futuro.

Ammiro estasiato questa bellezza in fotografia, che è attuale, ma, non so perché, arrivi ad affascinarmi in maniera particolare per il fatto di apparire come d'antan.

Bisogna adattarsi al presente, anche se ci pare meglio il passato. (Baltasar Graciàn)

Chi trascura di imparare in giovinezza perde il passato ed è morto per il futuro. (Euripide)

Quien no recuerda el pasado, es destinado a repetirlo (George Santillana)

sabato 24 novembre 2007

I tempi passano, le mode cambiano, diceva una canzone, però certi modi subdoli e insinuanti di certa politica demagogica, populista, qualunquista per strappare consensi ad elettori sempre più stanchi, sfiduciati ed illusi ancora resiste. Così come ancora resistono certi in Parlamento come Andreotti. E' ormai da così tanti decenni al potere che persino lo schienale del suo scranno in aula ha formato col tempo un incavo per accogliere la sua gobba!

Come mai che in questo paese non c'è mai stata, come in Francia, una vera rivoluzione? Perché tutto quello che accade di riformista, appena si presenta, qui puzza già di vecchio e stantìo? Sembra che l'Italia voglia tentare di cambiare e di evolversi, di stare al passo coi tempi talvolta, ma per rimanere poi alla fine sempre uguale a sé stessa.

Bisognerebbe, di tanto intanto, aprire le finestre e far cambiare l'aria; bisognerebbe, di tanto in tanto, esaudire il desiderio della gente di vedere facce nuove, in politica, come in TV. Questo paese ha bisogno di un ricambio, lo vogliamo capire o no?

Ma mi fermo qui perché non voglio che mi si dica che faccio della sterile polemica, che tanto è tutto inutile, non voglio sentirmi dire: "Lò a l avérra la bacca pr arsurèr i dent!" (una specie di, alla romanesca, "Apre bocca e je dà fiato!"). Concludo con una vignetta di Tubal, dal sito amico Controcorrente Satirica, http://www.controcorrentesatirica.com/ .

Buon weekend, gente!

giovedì 22 novembre 2007


Riporto la notizia per svariati motivi: perché è una cosa che si fa a Castel Maggiore; perché è una cosa bella, fatta bene, interessante, importante; perché persino il sito della Regione Emilia-Romagna ne parla; perché (ultimo particolare, ma non meno importante) vi recito anch'io!

Sto parlando di uno spettacolo, che va in scena stasera alla Sala Teatro Biagi-D'Antona di via La Pira 54, ore 21. Lo spettacolo ha come titolo "VIOLENZA: NOME COMUNE FEMMINILE".


Rompere un silenzio assordante... trovare le parole e le azioni.


Stasera l'Associazione "Rose Rosse - donne democratiche e di sinistra", nell'ambito del Programma Culturale 2007, presenta la ricerca effettuata in collaborazione con il Gruppo Maschile Plurale di Bologna. Partecipa il Sindaco Marco Monesi. Azione teatrale a cura di Sara Nanni.


Con questa iniziativa Rose Rosse presenta il risultato di un lavoro svolto nel corso di quest'ultimo anno per cercare di capire le radici che possono portare, nella nostra società, alla violenza contro le donne. L'ipotesi iniziale è che i rapidi cambiamenti sociali legati all'emancipazione femminile abbiano destrutturato i ruoli e quindi i riferimenti, lasciando la coppia nuda e sola davanti a se stessa. A partire da questa considerazione, è stato realizzato un progetto di riflessione sulla relazione di coppia oggi, all'interno di un'idea di prevenzione. Per fare questo, sono stati elaborati i vissuti personali delle donne che compongono il gruppo e quelli dei componenti del Gruppo Maschile Plurale di Bologna, mettendo poi a confronto i risultati. Sui medesimi temi è stato interpellato inoltre un gruppo di giovani di Castel Maggiore.


In questa occasione vengono presentati i risultati della ricerca e le proposte che ne sono scaturite. La serata vedrà anche un'azione teatrale su alcuni temi della ricerca stessa.


Con la risoluzione 54/134 del 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 novembre Giornata Mondiale per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell'opinione pubblica su questo tema. Questa data era già stata scelta nel 1981 dai movimenti femminili in ricordo del brutale assassinio di tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, uccise nel 1960 per ordine del dittatore Trujillo.

martedì 20 novembre 2007


Rientrato a casa dalle prove di teatro (andiamo in scena questo giovedì sera alle 21 alla Sala Teatro Biagi-D'Antona di Castel Maggiore) oltre la mezzanotte, non riuscivo a prender sonno e ho deciso di terminare la lettura del romanzo "In fondo al Viale del Sole" di Thomas Brussig; ambientato nella Berlino Est dei tempi del Muro, Micha, il protagonista, vive le sue giornate tra gli sberleffi dei suoi coetanei della parte occidentale, che dall'altra parte del muro lo sfottono per come va vestito. Micha ha un chiodo fisso: Miriam, la più bella ragazza del quartiere, se non di tutta Berlino Est. Micha passa le sue giornate pensando a come fare per avvicinarla. L'autore ci testimonia con questo libro come il sole potesse talvolta splendere anche all'ombra del Muro. I personaggi di questo romanzo amano, ridono, si prendono in giro e sognano. Escogitano piani per evitare la visita di leva, ascoltano Hendrix e i Rolling Stones, leggono Sartre. Qusto romanzo è popolato di personaggi geniali e irresistibili.


Vi voglio regalare una citazione per me bellissima, presa da questo libro:


"Chi vuole davvero ricordare ciò che è successo non deve abbandonarsi ai ricordi. La memoria umana è un processo troppo piacevole per limitarsi a trattenere il passato; è il contrario di ciò che finge di essere. Perché il ricordo può fare di più, molto di più; compie ostinatamente il miracolo di far pace con il passato, ogni rancore svanisce e il lieve velo della nostalgia si posa sopra tutto ciò che un tempo veniva percepito come doloroso e lancinante. Le persone felici hanno cattiva memoria e abbondanti ricordi."

domenica 18 novembre 2007

Il pianeta Terra visto dallo Spazio

Avevo ricevuto queste immagini tempo fa con una presentazione in Power Point, oggi ritrovo le stesse immagini postate con un video su Youtube. Il pianeta visto da questo punto di vista così diverso appare così bello, perfetto. E noi stiamo distruggendo questo spettacolo stupendo.

venerdì 16 novembre 2007

La nazionale femminile di pallavolo batte oggi gli Stati Uniti 3-0 e vince i mondiali in Giappone. 11 partite, 11 vittorie. Un muro!
Quest'anno mi sono appassionato e ho seguito parecchie partite. Ma, c'è un ma.
Sì, d'accordo, lo ammetto, il mio interesse non era verso il gioco e verso questo sport in sé, bensì verso le nostre pallavoliste. Mi sono detto che devo seguire di più il volley femminile ;-)
In modo particolare la mia passione è diventata la bella Simona Gioli :-)












giovedì 15 novembre 2007

Anteros

Eros
Pothos
Himeros, a sinistra, con Paride


Anteros è una figura della mitologia greca. Figlio di Ares, dio della guerra, e di Afrodite, dea della bellezza, era la personificazione dell'amore corrisposto. Fratello di Eros, erano inseparabili; narra la leggenda che un giorno Afrodite si lamentò con la Dea Temi del fatto che il piccolo Eros non crescesse mai. La saggia dea le rispose che Eros non sarebbe mai cresciuto finchè non avesse avuto l'amore di un fratello. Afrodite si unì ad Ares e generò Anteros e da quel momento i due fratelli crebbero insieme, ma ogni qualvolta Anteros si allontanava da Eros, quest'ultimo ritornava fanciullo. Questo grazioso mito insegna che l'amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere corrisposto (Anteros).
Eros e Anteros, insieme ad Himeros (la personificazione della lussuria e del desiderio sessuale, figlio anch'esso di Afrodite e Ares), Himen e Pothos, figlio di Afrodite che personifica la nostalgia verso una persona lontana, sono tutti dèi della sfera amorosa nella mitologia greca.
Ovidio descrive come di giallo zafferano la veste del dio Himen che presiede ai riti nuziali. Sarà dello stesso colore il drappo degli officianti delle cerimonie funerarie: si riconferma nuovamente il legame tra l’unione-generazione (matrimonio) e la morte (funerale).
E' stato interessante per me, nella mia ignoranza, scoprire che Eros, nella mitologia greca, avesse dei fratelli, tutti quanti impersonificatori del grande e nobile sentimento. Ed è interessante notare come la funzione classica dell'Anteros, che era stata quella di garantire la reciprocità nelle relazioni amorose, si sia poi evoluta. La coppia Eros-Anteros simboleggiava la contrapposizione tra due tipi di amore, l'Amore terreno e l'Amore celeste, l'uno terreno e sensuale, l'altro divino e virtuoso.
Ma secondo alcuni, Anteros era il vendicatore dell'amore non corrisposto, o disprezzato, secondo altri colui che si oppone ad Eros.
Io personalmente preferisco l'idea che nella mitologia greca, che rappresenta la culla della nostra civiltà occidentale, ci possa essere una divinità che rende giustizia agli innamorati sfortunati, coloro che tentano, soffrono, si mettono in gioco per anelare al frutto dei loro desideri e cadere però poi nello sconforto e nelle delusioni e disillusioni amorose. Mi piace l'idea di una divinità vendicatrice degli sfortunati in amore!

martedì 13 novembre 2007

Bologna raccontata ad una ragazza spagnola


Sandra, mia coeva corrispondente ed amica spagnola di Madrid, fisico asciutto e tornito da ore di piscina, lunghi capelli corvini, tratti mediterranei, sorriso disarmante per quella luce che i suoi grandi occhi sinceri acquistano nei momenti di serenità dell'animo, mi scrive con regolarità una volta a settimana nella sua lingua madre, narrandomi di tutto quello che ha fatto nell'arco della settimana lavorativa e del weekend. E' una ragazza sveglia, intelligente, comprensiva, sensibile, acuta, con un ottimo senso dell'umorismo. Leggo sempre con enorme piacere le sue e-mail e poi le rispondo, in inglese (lo sta studiando, così, dice, fa un po' di pratica), raccontandole quello che ho combinato a mia volta, soprattutto nei weekend, in quanto nei miei giorni feriali vi è solitamente ben poco di rimarchevole.

Una volta le scrissi di Bologna, della sua storia e della sua architettura, in spagnolo (mamma mia, quanti errori di grammatica devo aver fatto!) e le inviai delle foto di monumenti.

Lei mi rispose esprimendo il suo interesse, il suo apprezzamento e le sue lodi per l'architettura di chiese e monumenti, per il Collegio di Spagna e per l'università più antica d'Europa, ma che dico d'Europa, del mondo.

Un parente americano delle parti di Boston, Massachussets, un cugino di mio padre, di nome Joseph, la settimana scorsa è venuto a farci visita con suo fratello James. Dopo aver visitato la città ha affermato che Bologna, come città, sembra più viva, vera, reale, meno falsa rispetto magari ad altre città d'arte italiane che sono di gran lunga molto più turistiche, mentre da noi la città è lambita più che altro da un turismo mordi e fuggi, di gente di passaggio, che non si sofferma...ed è un vero peccato, perché ce ne sarebbero di cose da vedere!

Per tornare comunque a quello che stavo dicendo di Sandra, lei non mi ha mai posto sinora domande, diciamo, particolari su Bologna, forse perché non ci ha mai pensato realmente, ma se dovessi io spontaneamente farle un quadro della situazione, glielo presenterei nella maniera più genuina e realistica possibile, circoscritto da immagini e parole chiave non velate da quei cliché ormai stanchi e fasulli che ancora permangono nella mente di certa gente che non è di Bologna. Lo so, una città, vista dall'esterno, da una certa distanza, magari dagli occhi di un turista, appare sempre diversa, più edulcorata. Ma la vera (e più cruda) realtà impone talvolta di parlare, per dovere di sincerità e di cronaca, anche dell'altra faccia della medaglia.

Ed ecco come parlerei di Bologna a Sandra, simpatica ragazza spagnola, in maniera concisa, circoscritta, per immagini, se vogliamo anche in maniera un po' originale e stravagante:



¿Que es la ciudad de Bolonia? Calles, plazas, avenidas, paseos y callejones; anuncios, semáforos, sirenas; mercados y hipermercados; coches, motos y bicicletas; cláxones y voces; perros y porros; policías, vendedores, teléfonos; teatros, restaurantes, bares y tabernas; ventanas, puertas, portales; ruidos, humos, olores; hospitales, monumentos, iglesias; historia; mendigos, prostitutas, travestis y banqueros; prisas, alegria y sorpresas. Ilusiones y desilusiones, esperanzas y problemas; áticos y sótanos; amores y desamores; razas, culturas, idiomas...y personas.



Nulla di più, nulla di meno. Bologna la dotta: ormai il primato l'ha perso da un pezzo, scalzata da altri atenei italiani, tra cui Padova; Bologna la grassa: in tempi in cui circola meno "pilla", ormai la pingue abbondanza del benessere si va assottigliando; Bologna la rossa: se ci riferiamo al tipico colore dei mattoni delle costruzioni medievali del centro, beh, si è scolorito e annerito per via dei secoli, ma soprattutto per via dello smog. Se ci riferiamo al colore politico posso affermare in tutta franchezza che è solo uno sbiadito ricordo del passato, in quanto la tonalità ora verge su un "rosa pallido", direi.



Ma, nonostante tutto, la vita all'ombra delle Due Torri, in questa strana città, va avanti.

lunedì 12 novembre 2007

Elogio della bicicletta e molto altro

Ivan Illich, "Elogio della bicicletta": un'apologia della bicicletta, della sua bellezza e saggezza, della sua alternativa energetica alla crescente carenza di energia e al soffocante inquinamento. Illich nota che la bicicletta e il veicolo a motore sono stati inventati dalla stessa generazione. Ma sono i simboli di due opposti modi di usare il progresso moderno. La bicicletta permette a ognuno di controllare la propria energia metabolica (il trasporto di ogni grammo del proprio corpo su un chilometro percorso in dieci minuti costa all'uomo 0,75 calorie). Il veicolo a motore entra invece in concorrenza con tale energia.

http://www.verdi.it/apps/news.php?id=16831

http://www.verdi.it/apps/news.php?id=16896

Sullo slancio del successo di "Inbici", prima edizione della conferenza nazionale sulla bicicletta conclusasi ieri alla Fiera di Rho (MI), il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio ha annunciato l'istituzione, presso il Ministero dell'Ambiente, del Servizio Nazionale della Bicicletta, per mettere le due ruote al centro di politiche per la sostenibilità e coordinare le iniziative sulla sicurezza e sulle modifiche del codice della strada, per l'incentivazione all'uso della bici e l'ampliamento della rete di piste ciclabili (oggi a malapena 1000 km su tutto il territorio nazionale).

Lester Russel Brown dell'Earth Policy Institute parla dei rischi dello sviluppo selvaggio, affermando: "Ognuno si mobiliti: in gioco c'è il futuro". Il suo istituto si occupa di studiare strategie per un sviluppo economico e sociale sostenibile. Negli ultimi anni il livello massimo di produzione di petrolio è stato raggiunto. Se ogni paese continua a consumare secondo i suoi standard, i nuovi paesi che si affacciano sul mercato del greggio ne avranno sempre meno a disposizione. A questo effetto si combina quello dei biocombustibili che hanno fatto impennare il prezzo degli alimenti in molte zone del pianeta. E poi ci sono i problemi legati ai cambiamenti climatici. Messi insieme questi tre elementi, possiamo capire che se non interveniamo, ci troveremo prestissimo al punto di non ritorno, che metterà in crisi la nostra idea di civiltà.
La storia dei biocombustibili nasce negli anni '70 negli USA, quando decisero di trasformare il surplus di produzione di granaglie per la produzione di bioetanolo. Ma oggi non c'è più nessuna sovrapproduzione. Dopo l'uragano Katrina il prezzo della benzina è andato sempre più aumentando sino agli attuali 100 dollari al barile. Ciò significa che le raffinerie hanno aumentato del 20% l'utilizzo di granaglie per produrre biocombustibile, e questo ha fatto ovviamente impennare il prezzo delle granaglie alimentari.

- Un aeroplano consuma circa 6 tonnellate di carburante per un'ora di volo. Se 20 milioni di persone nel mondo rinunciassero a prendere l'aereo almeno una volta all'anno si risparmierebbero circa 18 milioni di barili di petrolio usati per la produzione del combustibile -

- Per la quarta volta una squadra formata da studenti del Politecnico di Delft, Olanda, ha vinto la World Solar Challenge, una gara disputata su un percorso di 3000 km dal nord al sud dell'Australia a bordo di auto alimentate a energia solare -

- Le polveri sottili derivanti dall'uso delle auto causano molte malattie, tra cui il cancro. Una ricerca statunitense ha rilevato che chi vive in aree particolarmente inquinate ha una percentuale di rischio di sviluppare cancro ai polmoni del 37% -

- Petrolio e zolfo nel Mar Nero: una petroliera, due navi cargo cariche di zolfo e una nave carica di materiali ferrosi sono affondate nel Mar Nero. Una quinta nave carica di petrolio è a rischio. Questo a causa di una tempesta abbattutasi ieri, 11 novembre, sullo stretto di Kerch, tra il Mar d'Azov e il Mar Nero. In mare sono finite più di 2000 tonnellate di greggio e zolfo. La soluzione del problema potrebbe richiedere anni e se il gasolio scende in fondo al mare sarà praticamente impossibile recuperarlo. Tutti i membri degli equipaggi delle navi colate a picco sono stati tratti in salvo tranne 8 persone che attualmente risultano disperse -

- Selezionate i vostri acquisti al supermercato, non solo i rifiuti. Scegliendo prodotti dalla confezione più ridotta, o riciclabile, o vendibile come vuoto a rendere, è possibile ridurre i rifiuti da imballaggio del 50% -

- Se tutti noi sostituissimo almeno una lampadina ordinaria delle nostre case con una ad alta efficienza, risparmieremmo ogni anno l'equivalente di 260.000 tonnellate di CO2 -

- Un'ora di automobile consuma ossigeno come 200 persone. Se riducessimo di un'ora il tempo in cui il motore rimane acceso forniremmo ossigeno per un'ora a 4 miliardi di persone -

- Difendiamo l'acqua, fonte di vita: nel mondo, oltre un miliardo di persone non ha accesso all'acqua -

La truffa di Skypephone e 3, la disonestà fatta operatore

Riporto qui di seguito il link al post scritto dal titolare del blog "I miei silenzi", che tratta l'articolo citato nel titolo, dato che l'autore ha pregato di diffonderlo il più possibile.
http://www.silenzi.com/2007/11/09/skypephone-e-3-la-disonesta-fatta-operatore/

sabato 10 novembre 2007

Quando anni di sacrifici e studio non ripagano. SONO INCAZZATO NERO!

"Gli arabi, a Baghdad, nel settimo secolo, Solimano il magnifico, che aveva fondato il famoso centro di traduzione internazionale di Baghdad, settimo secolo, per ogni libro tradotto i traduttori li pagavano a peso. Un libro di un chilo, ti davano un chilo d'oro."
(Paolo Nori, "Siam poi gente delicata - Bologna Parma, novanta chilometri", Ed. Laterza)

Credere che uno studente, solo perché ha fatto l'Erasmus, sia diventato automaticamente un esperto di lingue, oppure valutare un'esperienza di formazione all'estero come garanzia dell'ottima conoscenza di una lingua straniera sono gli errori più comuni in cui continuano ad incappare troppe aziende italiane quando ricercano personale.
Affindandosi ad informazioni di questo genere, finiscono nella stragrande maggioranza dei casi per sopravvalutare le capacità linguistiche delle persone che si trovano davanti.
Capita così che noi traduttori/interpreti spendiamo molti anni per apprendere in maniera fluente almeno due lingue straniere, al solo scopo poi di vederci soffiare il posto di lavoro da chi, con tutt'altro genere di percorsi di studio alle spalle, ha visitato, magari non per studio, bensì per svago, altre nazioni.
Per non parlare poi della remunerazione economica, decisamente molto al di sotto di ogni ragionevole aspettativa! Siamo ancora troppo poco remunerati e sin troppo bistrattati.
D'altra parte è così che sembra andare il mondo: 20 euro in media per testo tradotto, una tariffa quasi inferiore a quella delle collaboratrici familiari o "colf" che dir si voglia.
L'AITI - Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, ha condotto un sondaggio su un campione di 800 professionisti, rivelando che il mestiere, per quanto richiesto, non eguaglia in termini monetari l'impegno profuso e le competenze acquisite in tanti anni di duri sacrifici.
Ci tengo a precisare che il lavoro del traduttore è molto più complesso di quanto si creda: non si tratta di fare delle traduzioni letterali, bensì di avere la capacità di trasmettere un messaggio secondo quello che, anche sulla base della terminologia utilizzata, è il suo corretto significato.

Non abbiamo dimenticato l'editto bulgaro!



Ciao Enzo
Il giornalismo italiano ha perso uno dei suoi maestri, una persona lucida, umile, professionale.
Enzo Biagi se ne è andato quasi in punta di piedi, con umiltà, eleganza, grande dignità.
Chissà se adesso quell'ipocrita del Cavaliere iena ridens avrà il coraggio di fare le condoglianze alla famiglia Biagi.
Buon viaggio, Enzo.

martedì 6 novembre 2007

Il VATICANO VESTE PRADA

Il Bolognino d'Oro a Fausto Carpani

Il 16 ottobre scorso, alle 18, in Sala Rossa a Palazzo d'Accursio, Fausto Carpani ha ricevuto in premio il Bolognino d'Oro.

Il cantautore ha voluto così ringraziare per posta elettronica tutti i suoi lettori del giornalino "Al Pånt dla Biånnda", nonché tutti i fedelissimi che seguono sempre con grande interesse e regolarità le sue iniziative:

"Solo ora posso ringraziare tutte quelle persone che mi hanno scritto congratulandosi per il “Nettuno d’Oro” che il comune ha deciso di assegnarmi. Non so quanto sia meritato e neppure da chi sia partita l’idea di questo riconoscimento, ma è certo che mi fa piacere, anche mi fa sentire accomunato a Quinto Ferrari che lo ebbe 12 anni fa. Grazie di cuore a tutti"

lunedì 5 novembre 2007

WrAtH




Il rivolouzionario è un uomo leale. Egli non ha né interessi personali, né affari, né sentimenti, né legami, né proprietà e neppure un nome. Tutto in lui è rivolto a un solo interesse esclusivo, un solo pensiero, una sola passione: la rivoluzione.
[...]
La natura di un vero rivluzionario esclude qualsiasi forma di romanticismo, di sensibilità, di entusiasmo, di impulsività; esclude anche l'odio e la vendetta personali. La passione rivoluzionaria, divenuta in lui abitudine di tutti i giorni e di tutti i momenti, deve andare di pari passo col freddo calcolo. Sempre e ovunque, egli deve obbedire non ai suoi impulsi personali, ma a ciò che è dettato dall'interesse generale della rivoluzione.
[...]


Molte persone credono che le banche siano istituzioni che investono i risparmi dei clienti per produrre profitti. Non immaginano neppure lontanamente la vera natura dell'istituzione bancaria. Non associano affatto le crisi economiche, la disoccupazione o le guerre al sistema finanziario, e quindi non comprendono la vera natura del potere che oggi vessa il mondo intero. Per giungere alla verità basterebbe sapere che il denaro prestato dalle banche non esiste, è “moneta virtuale”, che pur non esistendo viene caricata di interessi. La banca crea denaro semplicemente scrivendo la cifra sullo schermo del computer, ma i pagamenti del debito devono essere puntuali, altrimenti si impadronisce dell'automobile o della casa, che sono beni reali. I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere la realtà. Ad esempio, parlano della Banca Europea come fosse legata all'Europa, e non dicono che essa è un'istituzione controllata da pochi privati. Lo stesso avviene per la Federal Reserve, il cui presidente viene nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di un'istituzione governativa. E invece essa è nelle mani di un gruppo di banchieri privati. Oggi le banche hanno lo scopo principale di saccheggiare i paesi, fornendo banconote con su scritto “Pagabile a vista al portatore”, che in realtà non hanno alcun valore, ma producono debito. Le banche indebitano gli Stati senza dare nulla se non pezzi di carta stampati. E i popoli si impoveriscono per pagare il debito pubblico che in realtà è una truffa. Ciò significa che noi paghiamo oltre l'1% del nostro Pil annuo ad un gruppo di persone che agiscono e dominano con metodi mafiosi.

[...]
Tutta questa immonda società deve essere divisa in parecchie categorie. La prima è composta da coloro che sono condannati a morte immediatamente. I compagni devono stendere le liste di questi condannati in un ordine relativo alle loro malefatte, cosicché, tenuto conto del successo della rivoluzione, i più pericolosi siano giustiziati prima degli altri.
[...]
Nello stendere questa lista e nello stabilire queste categorie, non bisogna assolutamente orientarsi sulla perversità individuale di un uomo, né basarsi sull'odio che egli suscita nei membri dell'organizzazione o nel popolo. Questa perversità e questo odio possono persino essere utili in un certo senso scatenando la rivolta popolare. Bisogna prendere in considerazione solo il vantaggio che la rivoluzione può trarre dalla morte di una certa persona. Così in primo luogo devono essere distrutti gli uomini pericolosi per l'organizzazione rivoluzionaria e la cui morte violenta e improvvisa può maggiormente spaventare il governo e minare la sua potenza privandola di agenti energici e intelligenti.
[...]


COSA COMBINA NEL MONDO LA NESTLE'?
Nestlè ha filiali in Brasile, Cina, Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Kenya, Libano, Messico, Papua Nuova Guinea, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Turchia. L'Oreal è presente anche in Perù e Marocco. Nel 1989 i lavoratori di una fabbrica di cioccolato a Cacapava, Brasile, fecero sciopero. I lavoratori si lamentavano delle misere condizioni di lavoro, compresa la discriminazione verso le donne, la mancanza di indumenti protettivi e le inadeguate condizioni di sicurezza. Entro due mesi dall'inizio dello sciopero la compagnia aveva licenziato 40 dei suoi operai, compresa la maggior parte degli organizzatori dello sciopero. Recenti mosse della Nestlè nel campo del latte in polvere per neonati comprendono un'ulteriore violazione del Codice dell'OMS, cioè la pubblicità del suo nuovo latte ipo-allergenico, Good Start, negli USA. Si è saputo che alcuni neonati hanno sofferto di shock anafilattici, con pericolo per le loro vite, dopo essere stati nutriti con questo prodotto.

[...]
Concentrare questo mondo in un'unica forza pandistruttrice e invincibile, ecco tutta la nostra organizzazione, la nostra cospirazione e il nostro compito.


Le citazioni in corsivo sono state prese da "Il catechismo rivoluzionario di Nečaev".

domenica 4 novembre 2007

General Bertone

Bertone dietro la chiesina
legge la Repubblica: che assassina!
È una stampa che non è più lecchina
facciam presto un diktat che l'ammutina
conficchiamo i nostri "santi" artigli
si cagheranno come conigli
si cagheranno come malati
coi pantaloni calati!

E Bertone dietro il Cupolone
quanto ci costa l'ora di religione
non serve a niente neanche per pregare
si fa casino a scuola senza studiare
che la Chiesa è bella anche se ci costa
e torneremo ancora a pagare
a farci fare salasso, salasso
dal Vaticano.

Bertone la guerra è finita
Mauro è scappato, è vinto, è battuto
a fare inchieste non c'è più nessuno
solo giornali amici e silenzio e soci
buoni con la Cei buoni da influenzare
invitare a cena quando viene Natale
quando i poveri piangono
e a dormire non
ci possono andare.

Bertone l'otto per mille
questo bel miliardo nelle sacre ville
che senso hanno dentro la crisi
di questa Chiesa
che è mezza vuota e mezza vuota
e va veloce verso lo smacco
per i giovani è quasi spreco, è quasi fine,
è quasi Chiesa.

martedì 30 ottobre 2007

rEvolution?



La storia ci insegna che è fatta di corsi e di ricorsi, che spesso assume un andamento ondivago ed altalenante, fatto di alti e bassi, cadute e risalite, come i grafici dei bioritmi. Ci insegna che, spesso, a periodi di reazione hanno fatto seguito periodi di scardinamento e rivoluzione, spesso guidati da personaggi che all'epoca erano poco noti ed in ombra, ma che poi si sono rivelati di grande rilievo umano e politico. Spesso le rivoluzioni non sono la vittoria di un solo uomo al comando, perché ne sono artefici anche gli uomini al seguito, caratterizzati da una vita eroica, densa: uomini d'azione, spregiudicati e decisi, notevoli ed originali, bizzarri e beffardi eroi popolari. Spesso la vita - che appare inverosimile - di questi uomini si conclude in maniera tragica ed accidentale. Ma la vita di questi avventurieri ci insegna che il loro sforzo continuo è quello di restare legati, anche nelle condizioni più difficili, al movimento, all'ideale da perseguire. Persone coerenti, dalla morale dura e semplice, senza compiacimenti o narcisismi.

Il primo (e quindi NON l'unico!) dovere di un rivoluzionario è quello di fare la rivoluzione. Ragionamento scarno, semplice, essenziale, coerente.

Scriveva colui che negli anni '70 era un giovane storico, vale a dire il francese Jacques Baynac, che "la rivoluzione non è mai come un merletto o un pranzo di gala".

Concludo lasciandovi con le parole di un testo famosissimo di un pezzo del grande Bob Marley (e con un link per vedere su Youtube il video di questa canzone da un concerto). Questo blog (e soprattutto il mio cervello, che sta raggiungendo la temperatura di fusione) si prende qualche giorno di pausa. Stacco la spina per un po'. A presto.

Bob Marley "Get Up, Stand Up"

Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: dont give up the fight!

Preacherman, dont tell me,
Heaven is under the earth.
I know you dont know
What life is really worth.
Its not all that glitters is gold;
alf the story has never been told:
So now you see the light, eh!
Stand up for your rights. come on!

Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: dont give up the fight!
Get up, stand up: stand up for your rights!
Get up, stand up: dont give up the fight!

Most people think,
Great God will come from the skies,
Take away everything
And make everybody feel high.
But if you know what life is worth,
You will look for yours on earth:
And now you see the light,
You stand up for your rights. jah!

Get up, stand up! (jah, jah!)
Stand up for your rights! (oh-hoo!)
Get up, stand up! (get up, stand up!)
Dont give up the fight! (life is your right!)
Get up, stand up! (so we cant give up the fight!)
Stand up for your rights! (lord, lord!)
Get up, stand up! (keep on struggling on!)
Dont give up the fight! (yeah!)

We sick an tired of-a your ism-skism game -
Dyin n goin to heaven in-a jesus name, lord.
We know when we understand:
Almighty God is a living man.
You can fool some people sometimes,
But you cant fool all the people all the time.
So now we see the light (what you gonna do? ),
We gonna stand up for our rights! (yeah, yeah, yeah!)

So you better:
Get up, stand up! (in the morning! git it up!)
Stand up for your rights! (stand up for our rights!)
Get up, stand up!
Dont give up the fight! (dont give it up, dont give it up!)
Get up, stand up! (get up, stand up!)
Stand up for your rights! (get up, stand up!)
Get up, stand up! ( ... )
Dont give up the fight! (get up, stand up!)
Get up, stand up! ( ... )
Stand up for your rights!
Get up, stand up!
Dont give up the fight! /fadeout/


Link: http://it.youtube.com/watch?v=GsVkV3AZqqI

lunedì 29 ottobre 2007

Iniziamo la settimana


Buona settimana ai miei lettori!

Pensieri dall'angolo di Sibilla, www.controcorrentesatirica.com

...I politici, quando non riescono a risolvere i veri problemi, cercano come sempre un capro espiatorio. Il piccolo, quello che nessuno vedeva mai, prende improvvisamente un'importanza vitale. Il pacchetto sicurezza e il dibattito nazionale si concentrano sul problema della microcriminalità e... dei lavavetri...(Fonte: Internazionale 716 del 1 novembre 2007. Autore: KARIM METREF è nato in Algeria nel 1967 ed è in Italia dal 1998. Giornalista e scrittore, cura il sito www.letterranza.org, dedicato alla letteratura degli immigrati in lingua italiana)

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Ne “I fratelli Karamazov” di Fedor Dostoevskij l'ambientazione è la Spagna del Cinquecento, all'apice del trionfo dell'Inquisizione. Lì incontriamo il Grande Inquisitore, un cardinale la cui figura è ispirata a quella di Tomàs de Torquemada, uno dei più sadici torturatori della storia. Secondo l'Inquisitore, il desiderio di libertà non è universale. In realtà, osserva, la libertà spaventa la gente. Terrorizzati all'idea di assumersi la responsabilità delle loro scelte e tormentati dal senso di inadeguatezza, gli esseri umani preferiscono delegare le decisioni a un dittatore. Gli esseri umani, secondo l'Inquisitore, cercano istintivamente "il miracolo, il mistero e l'autorità". Ma il Grande inquisitore ha veramente ragione a proposito degli esseri umani? E davvero inevitabile che siano deboli, fatalisti e autodistruttivi? A questo punto entra in scena il messia cristiano. All'inizio del racconto di Dostoevskij, Cristo arriva in Spagna. Quando il popolo comincia a raccogliersi intorno a lui, l'Inquisitore lo fa arrestare. Rimprovera Cristo di aver rinunciato a conquistare il potere terreno. Come gli è venuto in mente di farsi uccidere? Perché non è sceso dalla croce, dimostrando la sua immortalità? Ma Cristo non si difende, e l'Inquisitore è costretto a cercare di vedere le cose dal suo punto di vista: anche le persone più crudeli si ammorbidiscono se non si reagisce alla loro rabbia. Verso la fine del colloquio, la compostezza di Cristo scuote le certezze dell'Inquisitore: comincia a sospettare che non abbia ostentato la sua vera natura perché voleva che gli uomini lo seguissero liberamente. Pensate che rivelazione: un bruto intravede la possibilità che la libertà di scelta trionfi sulla forza. [...] Da 1.400 anni, gli sciiti si battono per la libertà di pensiero, di coscienza e di culto come atto di sfida al potere dei sunniti. Dopo essere stati sconfitti sul campo di battaglia, gli sciiti hanno costruito l'epica della sconfitta e del sacrificio. È un'epica che ricorda ai credenti di essere umili perché il dissenso tiene a freno i tiranni - anche se poi l'ayatollah Khomeini ha ripreso questa filosofia travisandola. Se il primo ministro iracheno Nurial-Maliki abbracciasse l'identità sciita tradizionale e non la sua versione deviata proposta da Teheran, potrebbe dar vita a una vera rivoluzione. (Riferimento: INTERNAZIONALE 712, 28 SETTEMBRE 2O07, autore: Irshad Manji)

domenica 28 ottobre 2007


Immigrati di seconda generazione: il 60% si sente italiano


Il 60 per cento dei ragazzi immigrati di seconda generazione, ossia nati nel nostro Paese, si sente italiano, cosi' come oltre il 50% di quelli giunti nei primi cinque anni di eta'. Un dato che scende, pero', al 12% per quanto riguarda gli immigrati in eta' adolescenziale, ossia arrivati in Italia fra i 13 ed i 17 anni di eta'.

I dati evidenziano come l'eta' dei giovani all'arrivo, piu' che il Paese d'origine, e' determinante nell'orientare, in linea di tendenza, le traiettorie ed i percorsi di inserimento nel contesto economico e socio-culturale locale.

L'essere nati o arrivati in Italia in eta' precoce conta, infatti, anche nella capacita' di stringere rapporti con i coetanei italiani, con i quali il 62% dei giovani di seconda generazione afferma di fare facilmente amicizia, mentre e', invece, piu' difficile per il 70% giunti in eta' adolescenziale. Se si guarda alle nazionalita' di provenienza sono i giovani cinesi quelli che dichiarano maggiori difficolta' di rapporti nel fare amicizia con i coetanei italiani.


Di questo ed altro si è discusso ieri in occasione della Festa delle Culture, tenutasi al Palatenda di Castel Maggiore. Insieme ad un torneo di calcio antirazzista, la presentazione del Consiglio Comunale degli Stranieri a Castel Maggiore da parte dell'Assessorato all'Immigrazione, spazi per bambini con musiche ed animazioni dalla Sri Lanka, dimostrazioni di massaggio ayurvedico, letture e l'argomento "Bullismo ed Immigrazione", affrontato con un progetto video dall'Istituto Tecnico Commerciale Keynes di Castel Maggiore (dove negli ultimi anni sono cresciute le iscrizioni di studenti stranieri), si è tenuta una Tavola rotonda dal titolo "Identità di genere e generazioni", alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni Jeunesse Marocaine, Arcimondo, Crossing, Annassim, con il coordinamento di Maria Chiara Patuelli per l’Osservatorio delle Immigrazioni della Provincia di Bologna.


Ha concluso la serata una bella e buona degustazione di cibi dal Marocco e dallo Sri Lanka, accompagnata da musiche del Mozambico con il cantautore e musicista Fernando Vasco Chironda.

venerdì 26 ottobre 2007


Silenzi dell'anima e dei sentimenti, isolamento, indifferenza, scoramento, muri di gomma. Corriamo e non ci soffermiamo, corriamo in un mondo che è sempre più occupato ad accumulare e contare denaro, piuttosto che essere interessato alla vera essenza di cose profonde.


Questo è uno spazio che mi sono ricavato e sul quale riverso con grande frequenza un sacco di cose. Questo spazio è diventato una mia protesi, una proiezione della mia Weltanschauung verso l'esterno, un luogo sperato di condivisione. Sono profondamente legato a questo spazio, anche se spesso mi interrogo sulla sua reale importanza, sulla sua reale utilità. Il tempo trascorre, le giornate uggiose sono arrivate ed iniziano a rodere e a minare il mio umore. Senso di inutilità.


Riflettevo sull'indifferenza del mondo.

"Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. L’indifferenza è il peso morto della storia. È la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti". (Sembra proprio una frase di Antonio Gramsci, eh? E invece no. E' strano, vero? E' un passo del Vangelo di Matteo)

Finchè qualcosa di grave non ci tocca da vicino, potrebbe cadere il mondo, noi ci spostiamo di quel tanto, da non rimanerne coinvolti. Sarà pure un meccanismo di difesa, ma l'indifferenza è anche un atteggiamento che incrina la convivenza civile e logora il mantenimento di una coscienza civile non subordinata all’indifferenza di turno.

Diffida dell'uomo a cui piace tutto, di quello che odia tutto e, ancora di più, di colui che è indifferente a tutto. (Johann Kaspar Lavater)

Preferisco gli errori dell'entusiasmo all'indifferenza del discernimento. (Anatole France)

Provo per te un'indifferenza che sfiora l'avversione. (Robert Louis Stevenson)

Nell'autunno di un anno fa scrissi questa poesia:


Soffermati talvolta ad ascoltare il suono del tuo silenzio.


Siedi
Ancora una volta
Nel tuo studiolo.

Ancora una volta
Fuggi da coloro che
Dicono: sei un'isolazionista,
Corri a rintanarti
Nella piccola torre eburnea.

Ma tu vai a spiegar loro che
Hai provato attimi d'amore universale.

Siedi,
E sintonizza il tuo respiro
Al battito del cuore,
Al flebil moto della fiamma della candela,
Al vento.

Inchiostro e sudore,
Gli ingredienti del tuo processo creativo.
Scrivendo comunichi,
Comunicando sopravvivi
Un giorno di più.

Perpetuo il punto interrogativo comanda
Interrogandoti sul senso di ciò che stai compiendo,
Se c'è un senso all'indifferenza e alla sordità.


Buon weekend e buona vita a tutti.

giovedì 25 ottobre 2007

Finalmente! Levi fa marcia indietro

Levi corregge il ddl: 'Nessuna registrazione per i blog'. Presentato in commissione cultura alla Camera un emendamento che esclude qualsiasi volonta' di 'registrare' e controllare i siti che non fanno informazione su base imprenditoriale.


Il sottosegretario con delega all' editoria, Ricardo Levi, avvia l'esame del ddl di riforma del settore con un'audizione davanti alla commissione Cultura della Camera, e mette fine alle polemiche di questi giorni sul controllo del governo sui 'blog', depositando il testo di quello che diventera' un emendamento che esclude qualsiasi volonta' di 'registrare' e controllare i siti che non fanno informazione su base imprenditoriale.


La risposta di Levi alle polemiche aperta dal blog di Beppe Grillo, e' un comma aggiuntivo all' articolo 7 del ddl, che esclude i blog "dall'obbligo di iscrizione al Roc (il registro degli operatori della comunicazione tenuto dall' Agcom)" non utilizzando il temine inglese ("usarlo in testo di legge sarebbe stato un problema") ma indentificandoli con la formula "i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro''. Il sottosegretario, pur ribadendo la volonta' del governo di mettere ordine nel settore degli incentivi all' editoria, ha sottolineato che "non vogliamo spegnere voci ed attentare al pluralismo''.