sabato 10 novembre 2007

Quando anni di sacrifici e studio non ripagano. SONO INCAZZATO NERO!

"Gli arabi, a Baghdad, nel settimo secolo, Solimano il magnifico, che aveva fondato il famoso centro di traduzione internazionale di Baghdad, settimo secolo, per ogni libro tradotto i traduttori li pagavano a peso. Un libro di un chilo, ti davano un chilo d'oro."
(Paolo Nori, "Siam poi gente delicata - Bologna Parma, novanta chilometri", Ed. Laterza)

Credere che uno studente, solo perché ha fatto l'Erasmus, sia diventato automaticamente un esperto di lingue, oppure valutare un'esperienza di formazione all'estero come garanzia dell'ottima conoscenza di una lingua straniera sono gli errori più comuni in cui continuano ad incappare troppe aziende italiane quando ricercano personale.
Affindandosi ad informazioni di questo genere, finiscono nella stragrande maggioranza dei casi per sopravvalutare le capacità linguistiche delle persone che si trovano davanti.
Capita così che noi traduttori/interpreti spendiamo molti anni per apprendere in maniera fluente almeno due lingue straniere, al solo scopo poi di vederci soffiare il posto di lavoro da chi, con tutt'altro genere di percorsi di studio alle spalle, ha visitato, magari non per studio, bensì per svago, altre nazioni.
Per non parlare poi della remunerazione economica, decisamente molto al di sotto di ogni ragionevole aspettativa! Siamo ancora troppo poco remunerati e sin troppo bistrattati.
D'altra parte è così che sembra andare il mondo: 20 euro in media per testo tradotto, una tariffa quasi inferiore a quella delle collaboratrici familiari o "colf" che dir si voglia.
L'AITI - Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, ha condotto un sondaggio su un campione di 800 professionisti, rivelando che il mestiere, per quanto richiesto, non eguaglia in termini monetari l'impegno profuso e le competenze acquisite in tanti anni di duri sacrifici.
Ci tengo a precisare che il lavoro del traduttore è molto più complesso di quanto si creda: non si tratta di fare delle traduzioni letterali, bensì di avere la capacità di trasmettere un messaggio secondo quello che, anche sulla base della terminologia utilizzata, è il suo corretto significato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Considera che rischi anche di avere le orecchie pelate oltre al portafoglio vuoto.
Mi sembri un po' giù, pensa che Michela ha la macchina sequestrata xchè non ha fatto la revisine e sorridi.
Ciao Michele

Giacomo Trifoglio ha detto...

C'è sempre la bici :-))
Ciao Michele, e grazie.