sabato 13 ottobre 2007

Come allo specchio



I USED TO LIVE IN A ROOM FULL OF MIRRORS
ALL I COULD SEE WAS ME
WELL I TAKE MY SPIRIT AND I SMASH MY MIRRORS
NOW THE WHOLE WORLD IS HERE FOR ME TO SEE
I SAID THE WHOLE WORLD IS HERE FOR ME TO SEE
NOW I'M SEARCHIN' FOR MY LOVE TO BE

BROKEN GLASS WAS ALL IN MY BRAIN
CUTTIN' SCREAMIN' CRYING IN MY HEAD
BROKEN GLASS WAS ALL IN MY BRAIN
FALL IN MY DREAMS CUT ME IN MY BED
FALL IN MY DREAMS CUT ME IN MY BED
I SAID A-MAKIN' LOVE WAS STRANGE IN MY BED

NO PLACE TO STUMBLE
NO PLACE TO FALL
CAN'T FIND WAR
NOWHERE AT ALL
SEE NOTHING BUT SUNSHINE
ALL AROUND

LOVE COMES SHININ' OVER THE MOUNTAINS
LOVE COMES SHININ' OVER THE SEA
LOVE WILL SHINE ON MY BABY
THEN I'LL KNOW WHO'S EXACTLY FOR ME
LORD, I'LL KNOW WHO'LL BE FOR ME
IN THE MEANTIME, WHICH IS A GROOVY TIME

(ROOM FULL OF MIRRORS - Jimi Hendrix)


Si dice che tutti abbiamo un sé stesso rovesciato rispetto alla nostra natura e sperduto in qualche angolo del pianeta. La cosa non ci stupisce finché resta astrazione e non intacca la nostra unicità.

La prima associazione al "doppio" è l'altro Io dell'Io, il perturbante come lo chiamava Freud, quell'aspetto di noi che ci sconvolge perché corrisponde alla nostra oggettivazione, perché in lui vediamo noi stessi fuori di noi e perché nella percezione del "doppio" cominciamo a pensare noi stessi. Il doppio è tale come Ombra o come sosia, gemello o no. In ogni caso esso è la nostra immagine riflessa nello specchio. Un modo per cominciare a riflettere su sé stessi. Inizialmente il primo sosia doppio venne considerata l'anima immortale contro la paura dell'annientamento della propria presenza. Più tardi esso assunse psicologicamente la funzione di Super-Io o di Ideale dell'Io.
Nell'idea del doppio possono essere incorporate tutte le possibilità non ancora realizzate che il destino può tenere in serbo e alle quali la fantasia vuole ancora aggrapparsi; e poi ancora tutte le aspirazioni dell'Io che per sfavorevoli circostanze esterne non abbiano ancora potuto realizzarsi.

"La sognatrice, di nome Maria Rosa, entra in una stanza in cui avverte la presenza di entità spirituali le quali, chiamandola Ilaria, nome di una donna sua compagna di gruppo, le parlano del loro prossimo compito e del suo. Ella corregge ribadendo il suo nome, ma quelle senza dare troppa importanza alla cosa, ribadiscono "Ilaria o Maria Rosa, l'una o l'altra è proprio lo stesso".

(Sopra: una mia rielaborazione da un'opera dell'artista bolognese Claudio Bonfiglioli)

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