martedì 9 ottobre 2007

Autumnus


Cammino tra i dritti e regolari filari del parco in un pomeriggio d'autunno dalla temperatura gradevole.
La fioca e tenue luce trapela attraverso i rami.


Continuo a camminare, seguendo traiettorie tutte mie, su questo ampio spazio vuoto e aperto. Sono solo e cammino su un letto frusciante di foglie secche.



Cosa resta del mio piccolo mondo antico, di un'età fatta di allegria, spensieratezza, legata ad una vita vissuta in gruppo, all'aria aperta? Un senso di malinconico abbandono, testimoniato dalla rete dei nostri giochi d'infanzia, lacera e lasciata alla mercé di un'incuria che va peggiorando col passar dei giorni. Perché nessuno si interessa? Vedo che i ragazzi se ne stanno ciascuno nella loro tana, di rado passano di qui, mai si soffermano. Procedono oltre.


Poco lontano vedo l'ennesima testimonianza di consumazione del territorio di campagna della nostra pianura, per realizzare l'ennesima zona residenziale pubblicizzata in grande stile, ove confluiranno famiglie e persone senza più radici e senza legami alcuni con questo paese.

Non resta quasi più nulla del mio passato, solo i ricordi che, dapprima vividi, vanno ora sfumando di anno in anno. Non ho quasi più radici neanch'io, solo qualche rimpianto. Questa vita e questi luoghi mi costringono a guardare solo in una direzione: dritto davanti a me. E la vita procede...

1 commento:

Claudio Verri ha detto...

Run, my child, run
yet I'm whispering, yelling come back
'cause the cold of the winter is drawing so near
can't you feel?
Can't you see I'm so scared and afraid
as the mountains seem giants in flames
as the leaves that are falling are dancing and dying,
don't you cry...