domenica 30 settembre 2007
Debito pubblico percentuale nel mondo
sabato 29 settembre 2007
Notizie in pillole
venerdì 28 settembre 2007
Che schifo!
Che schifo 1: Nestlé Italia indagata per evasione fiscale. La procura di Milano indaga sui vertici della filiale italiana, rappresentati nelle persone di Vincenzo Miceli e Cesare Cavallin, che andranno a processo il 9 ottobre. Il reato contestato dal pubblico ministero Letizia Mannella, che coordina le indagini del nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza, è quello di "dichiarazione infedele" dei redditi. Ed è da una verifica ordinaria delle Fiamme gialle che è nata l'inchiesta: tra il 2004 e il 2005 i militari controllano la sede in via Giulio Richard a Milano e scoprono che dal 2000 al 2003 c'è un divario tra i costi documentati e quelli fittizi, dichiarati dalla società come "compensi riconosciuti ai clienti per prestazioni promozionali e pubblicitarie", ma le fatture delle attività promozionali non sono mai state presentate. Anche i ricavi sarebbero stati gonfiati e la società non è stata in grado di spiegare a quali clienti corrispondessero le note di credito non emesse. Tutto questo ha portato ad una evasione totale pari a 7,6 milioni di euro. Miceli, nel frattempo, non siede più al vertice del CDA ed ora è a Vervey, in Svizzera, dove ha assunto l'incarico di senior vice president Europe.
Grande Fausto!
giovedì 27 settembre 2007
(Oliver Coldsmith)
mercoledì 26 settembre 2007
Solo se sappiamo da dove veniamo...
Qualcosa di simile pronunciò il musicista afroamericano Corey Harris in qualità di protagonista del film-documentario di Martin Scorsese "Dal Mali al Mississippi", splendida pellicola che indaga, facendo un viaggio a ritroso, sulle origini e le radici musicali del blues.
I. Con quella faccia un po’così
quell’espressione un po’così
che abbiamo noi prima andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
che ben sicuri mai non siamo
non c’inghiotte e non torniamo più.
II. Eppur parenti siamo in po’
di quella gente che c’è lì
che in fondo in fondo è come noi selvatica
ma che paura che ci fa quel mare scuro
e non sta fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un’idea come un’altra
Ah… la la la la
III. Ma quella faccia un po’così
quell’espressione un po’così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l’annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po’randagi ci sentiamo noi.
Macaia[1], scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia.
E intanto nell’ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.
In un’immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise.
Con quella faccia un po’così
quell’espressione un po’così
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
… … … … … … … … … … … … …
[1] Bonaccia di scirocco (dialetto genovese).
domenica 23 settembre 2007
Un piatto della pace
Tradizionalmente il cous cous veniva preparato con semola di grano duro, Triticum durum, quella farina granulosa che si può produrre con una macinatura fatta con macine primitive, ma oggi con questo nome si allude anche ad alimenti preparati con cereali diversi, come orzo, miglio, sorgo, riso, o mais. Solitamente esso accompagna carni in umido e/o verdure bollite (sulla costa del mar Mediterraneo anche pesce in umido).
Uno dei primi riferimenti scritti al cous cous viene dall'anonimo autore di un libro di cucina dell'Andalusia musulmana del XIII secolo, il Kitāb al-tabīkh fī al-Maghrib wa l-Andalus, che dà una ricetta per il cous cous che era "ben noto in tutto il mondo". Il modo in cui in quest'opera compare il nome dell'alimento (preceduto dall'articolo al- ma senza valore determinativo) dimostra che era una parola berbera e non araba. Il cous cous era noto anche nel regno nasride di Granada. Sempre nel XIII secolo uno storico siriano di Aleppo cita il cous cous in quattro occasioni. Queste citazioni così antiche mostrano che il cous cous si diffuse rapidamente, ma che in generale esso era comune soprattutto nell'occidente islamico fino alla Tripolitania, mentre più ad est, a partire dalla Cirenaica, la cucina era soprattutto di tipo egiziano, in cui il cous cous costituiva solo un piatto occasionale.
Vi sono crescenti indizi del fatto che il processo di cottura tipico del cous cous, in particolare la cottura a vapore dei grani sul brodo in una pentola speciale, potrebbe avere avuto origine prima del decimo secolo in un'area dell'Africa Occidentale che abbraccia gli attuali Niger, Mali, Mauritania, Ghana, e Burkina Faso. Ibn Battuta viaggiò in Mali nel 1352, e in quella che è l'odierna Mauritania ebbe un cous cous di miglio. Egli osservò anche un cous cous di riso nella zona del Mali nel 1350. Va anche ricordato che per secoli i Berberi nomadi ricorrevano a donne dell'area subsahariana per cuocere il cous cous, il che potrebbe essere un'ulteriore indicazione dell'origine dell'alimento.
sabato 22 settembre 2007
Il mondo è nelle nostre mani
domenica 16 settembre 2007
Status quo parte seconda
L'imperialismo che stiamo vivendo oggi è lo stadio supremo ed ultimo di sviluppo del capitalismo.
Il rafforzamento delle posizioni della borghesia, la crescita impetuosa dei monopoli, la folle espansione coloniale sono i fenomeni che alla fine del XIX secolo determinavano la situazione economica e politica dell'Europa. Essi stavano ad indicare che era iniziato il passaggio del capitalismo ad un nuovo stadio, quello imperialista.
Se si volesse dare la definizione più concisa possibile dell'imperialismo, si dovrebbe dire che esso è lo stadio monopolistico del capitalismo; la sostanza economica dell'imperialismo sta nella sostituzione della libera concorrenza da parte dei monopoli.
Agendo secondo le leggi di selezione "naturale", la libera concorrenza non poteva non produrre il proprio opposto: il monopolio. Il consolidamento di un pugno di giganti industriali procedeva di pari passo con la fine e la rovina dei concorrenti deboli: delle piccole e medie aziende. I processi della concentrazione della produzione e della centralizzazione del capitale portano a far sì che nei settori più importanti dell'industria la parte fondamentale della produzione comincia ad essere realizzata da una cerchia sempre più ristretta di imprese. Si creano in tal modo le premesse perché esse concordino di porre fine alla concorrenza e di stabilire dei prezzi di monopolio. Tale possibilità si consolida via via che si rafforza la posizione di monopolio sul mercato mediante la conquista delle fonti di materie prime, della rete commerciale, dei trasporti e degli altri fattori materiali che consentono la riproduzione allargata del capitale. I profitti di monopolio accrescono le possibilità di nuovi investimenti in impianti moderni, il che aumenta il grado d'efficenza e il rendimento della produzione. La forma azionaria permette alle grandi ditte, che stabiliscono stretti contatti con le banche, di mobilitare una parte considerevole delle risorse monetarie delle imprese e di utilizzarle per l'ulteriore incremento della loro potenza produttiva e per il consolidamento delle posizioni di mercato.
Il monopolio esercita una duplice influenza sulle forze produttive. Accentuando il carattere sociale della produzione, esso ne stimola obiettivamente lo sviluppo. Però il monopolio genera al tempo stesso tendenze che portano all'imputridimento e al rallentamento del progresso tecnico. Con il monopolio il profitto può aumentare non solo mediante l'incremento della produzione e la riduzione dei costi di produzione, ma anche con un contenimento dello sviluppo e perfino con una riduzione diretta della produzione e l'aumento artificioso dei prezzi. I monopoli più grandi sono in grado di acquistare i brevetti di maggior prospettiva per impedire che vengano introdotti nel processo produttivo e che i concorrenti si rafforzino. Tuttavia, a tale comportamento dei monopoli, derivante dalla loro natura economica, si contrappone la concorrenza degli altri monopoli sia all'interno del paese sia nel mercato mondiale. Dunque la tendenza all'imputridimento propria al monopolio e le possibilità di una rapida crescita pure insite in esso coesistono l'una accanto alle altre.
Partendo dall'analisi dei processi di concentrazione e monopolizzazione della produzione, si formulano i cinque contrassegni economici dell'imperialismo che contraddistinguono il nuovo stadio di sviluppo della società dal capitalismo della libera concorrenza:
1) la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica;
2) la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo "capitale finanziario", di un'oligarchia finanziaria;
3) la grande importanza acquisita dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci;
4) il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti che si ripartiscono il mondo;
5) la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche.
All'inizio del XX secolo, il dominio dei monopoli era tipico soprattutto per i settori dell'industria pesante. Oggi la struttura monopolistica si è estesa a quasi tutte le sfere dell'economia e i monopoli, peraltro, attraggono nella loro orbita anche la sfera non produttiva. Un fatto tipico degli ultimi 40 anni è la penetrazione dei grandi monopoli in settori "estranei": ha luogo l'accaparramento di ditte ed aziende che servono ad integrare il complesso produttivo del monopolio o anche non aventi nessun legame tecnologico con esso. Crescono rapidamente gigantesche società, che sono dei conglomerati nei quali, sotto l'insegna di un solo monopolio, sono raggruppate aziende dei settori più diversi.
L'economia del capitalismo contemporaneo dimostra il legame diretto esistente tra il primo e il secondo contrassegno dell'imperialismo: tra la crescente concentrazione della produzione e del capitale e l'aumento di potere dell'oligarchia finanziaria. Il capitale finanziario, che sorge e si sviluppa sulla base degli stretti legami che si stabiliscono tra il capitale dei monopoli industriali e quello dei monopoli bancari, porta all'aggravamento di tutto l'insieme delle contraddizioni sociali. Si assiste non solo all'intensificarsi dello sfruttamento dei lavoratori, ma anche all'aggravarsi delle contraddizioni all'interno della stessa classe dominante: un piccolo gruppo costituito dall'oligarchia finanziaria si appropria dei superprofitti di monopolio e si contrappone in tal modo non solo ai lavoratori, ma anche ad un vasto strato di piccola e media borghesia, allontanato dalle più vantaggiose fonti di guadagno.
Dopo la seconda guerra mondiale l'oligarchia finanziaria ha riorganizzato a fondo tutto il sistema degli enti bancari, ottenendo praticamente il controllo di tutte le risorse monetarie temporaneamente libere della società, inclusi i risparmi dei lavoratori depositati nei loro vari istituti assicurativi. La fusione delle maggiori banche con i monopoli industriali ha fatto sorgere delle potenti concentrazioni di capitale - i gruppi finanziari - i cui partecipanti sono strettamente legati tra di loro dal reciproco possesso di azioni, da alleanze personali, dalla comunità di interessi nella lotta concorrenziale. I gruppi finanziari si servono di vari sotterfugi per sottoporre al loro controllo una vasta sfera dell'economia.
L'accumulazione di un'enorme massa di capitali nelle mani dell'oligarchia finanziaria continua ad essere la fonte più importante per la loro esportazione all'estero. L'importanza dell'esportazione del capitale come strumento dei monopoli nella lotta per i mercati e le sfere di influenza è oggi ancor più grande di quanto non lo fosse nell'era degli imperi coloniali. Proprio l'esportazione del capitale è lo strumento principale di cui il capitale finanziario si serve per lanciare le sue reti in tutti i paesi del mondo. L'esportazione di capitale all'estero diventa un mezzo per favorire anche l'esportazione delle merci. E oggi, partendo dall'aumentata esportazione di capitale, ha luogo l'ulteriore sviluppo del processo di internazionalizzazione dell'economia mondiale e si accentua la penetrazione dei monopoli nell'economia degli altri paesi.
Non potendo negare la crescita colossale delle esportazioni di capitale, i grossi investitori si basano sulla circostanza del sostanziale aumento delle esportazioni di capitali statali sotto forma di prestiti e crediti a lungo termine, nonché di sussidi e stanziamenti a fondo perduto per i programmi di "aiuto" ai paesi in via di sviluppo. L' "aiuto", i sussidi e i prestiti statali sono nei paesi in via di sviluppo uno strumento di politica economica che ha lo scopo di assicurare alti profitti ai monopoli privati. I crediti e i "doni" concessi comportano molto spesso per i paesi che li ricevono l'obbligo di spendere il denaro nell'acquisto di merci del paese erogatore. L' "aiuto" ha lo scopo di creare nei paesi in via di sviluppo un "clima politico" favorevole ai monopoli privati esportatori di capitali, di liberarli dalla minaccia di nazionalizzazione delle aziende straniere.
Un logico risultato dei processi di concentrazione del capitale su scala mondiale e dei suoi intrecci internazionali è stata la formazione di monopoli internazionali. Quello che caratterizza l'imperialismo è una cosa che prima d'ora non esisteva, cioè la spartizione economica del mondo tra i trust internazionali, la spartizione dei paesi tra questi trust in base ad un accordo tra loro, come zone di sbocco. Il processo di sviluppo dei supermonopoli internazionali ha avuto come risultato che un pugno di monopoli è quasi padrone assoluto del mercato capitalistico mondiale.
Per un fenomeno di evoluzione e traslazione, le potenze imperialistiche cercano di recuperare e anche di estendere le posizioni economiche perse in seguito al crollo del sistema coloniale. Oggi la competizione imperialista porta inevitabilmente alle guerre per la ripartizione del mondo, per i mercati di sbocco e le fonti di materie prime.
Diventa sempre più profondo il baratro tra il livello di sviluppo dei principali paesi del nord ricco e i restanti paesi del sud del mondo. L'epoca contemporanea si è contraddistinta per l'enorme aumento del carattere contradditorio, conflittuale dello sviluppo di tutti gli aspetti della vita economica e politica della società.
Il meccanismo produttivo imperialista genera i fenomeni della crescita continua dell'intensità del lavoro, di una notevole inutilizzazione degli impianti, di una disoccupazione permanente che in alcuni paesi va assumendo vaste proporzioni, dell'aggravarsi quasi ovunque dei problemi dell'occupazione, dei processi inflazionistici che colpiscono il tenore di vita della popolazione. Non viene assicurata la completa utilizzazione nell'interesse della società delle gigantesche possibilità aperte dalla rivoluzione tecnico-scientifica, i cui frutti diventano patrimonio del capitale monopolistico e contribuiscono soltanto ad accrescere i superprofitti.
sabato 15 settembre 2007
Letture del weekend
giovedì 13 settembre 2007
Gli ultimi anni di storia italiana e mondiale hanno messo a serio rischio l'incolumità del tuo stomaco che ormai è afflitto da ulcere grosse come palle da tennis? Hai un mutuo trentennale sul groppone per pagarti la casa e sentir dire Bellachioma che tu sei ricco perchè possiedi l'abitazione ti fa incazzare come un DRAGO? LA TUA CASA E' IPOTECATA E LA POSSIEDE LA BANCA DI CUI SEI SCHIAVO? Il contratto della tua categoria è in attesa di rinnovo? Hai dovuto scioperare anni per ottenerlo? TRANQUILLO! E' NORMALE AMMINISTRAZIONE. Tuo figlio finita la scuola diverrà un precario...grazie alla legge 30 sul lavoro? L'avvento dell'euro ha raddoppiato i prezzi e ti ha dimezzato la busta paga? Bellachioma dice che la colpa è di tua moglie che non sa fare la spesa? COME SI FA A NON SOFFRIRE DI ULCERA PERFORANTE??? Tranquillo siamo in tanti ad avere i tuoi stessi problemi...BASTEREBBE UNIRSI TUTTI E INIZIARE A BOICOTTARLI!! Come? SEMPLICISSIMO! Immagina cosa accadrebbe se i 3 milioni di metalmeccanici senza contratto, prendessero i cellulari di casa e li chiudessero in un cassetto! Immagina se si mettessero d'accordo e TUTTI SMETTESSERO di guardare la televisione! Immagina se ci si mettesse TUTTI d'accordo nel fare benzina da un SOLO gestore di carburante...quello che lo fa pagare di meno! Hanno fatto i tramini per comprarsi le banche?
NOI SIAMO PIU' DI LORO!!!!
NOI ABBIAMO LA FORZA DEL NUMERO.
LORO ESISTONO PERCHE' CI SIAMO NOI.
SENZA DI NOI LORO ZAPPEREBBERO LA TERRA.
NON SERVE SCENDERE IN PIAZZA A BRUCIARE I CASSONETTI E BRUCIARE LE MACCHINE DI POVERACCI COME NOI!!!!!!
PACIFICAMENTE POSSIAMO OBBLIGARLI A CURARE ANCHE I NOSTRI INTERESSI.
Questo si chiama BOICOTTAGGIO PACIFICO ed è più POTENTE E FORTE DI MILLE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA.
Possono impedirti di scendere in piazza. Possono manganellarti se lo fai. Possono importi i loro CONTRATTI da fame.
MA NON POSSONO OBBLIGARTI A PRENDERE UN TRENO...A FARE L'ASSICURAZIONE PRESSO I LORO SPORTELLI...A GUARDARE LE LORO TV DI REGIME...A FARE LA SPESA IN QUEL DETERMINATO SUPERMERCATO ECC. BASTEREBBE UNIRCI...FARE NUMERO, COORDINARCI E ATTUARE I NOSTRI BOICOTTAGGI...
BASTEREBBE CREDERE NELLA NOSTRA FORZA E SMETTERE DI FARE I PECORONI....!!!!!!
Loro...i potenti...contano sul nostro atteggiamento remissivo.
SE VUOI PARTECIPARE A QUESTA BATTAGLIA...ALMENO PROVANDOCI SENZA PIEGARE LA TESTA...BASTEREBBE CREDERCI E INIZIARE.
(Fonte: Controcorrente Satirica, http://www.controcorrentesatirica.com/)
lunedì 10 settembre 2007
sabato 8 settembre 2007
Spie ad oriente
Richard Sorge (1895 - 1944) era una spia sovietica di origine tedesca. Sorge era un comunista che per lavoro che si faceva passare per nazista. Mise in guardia Stalin contro l'imminente invasione tedesca, ma fu ignorato. Durante la Prima Guerra Mondiale si conquistò la croce di ferro. Fu la dura esperienza della trincea a convertirlo al comunismo. Nel 1924 venne reclutato dai servizi segreti sovietici e partì per Mosca. Da quel momento iniziò a servire ininterrottamente il Cremlino. Di stanza in Cina, lavorava per giornali europei. In questo modo riuscì a stabilire una rete di contatti che gli tornarono utili quando stabilì una cellula di spie in Giappone. Iniziò la sua missione a Tokyo nel 1933, aderendo al partito nazista, scrivendo articoli di propaganda politica e diventando un personaggio rispettato dell'ambasciata tedesca nella società giapponese. Intanto inviava una gran quantità di informazioni a Mosca. Il suo colpo migliore fu quando rassicurò Stalin che il Giappone non avrebbe attaccato la Russia dalle spalle, ma avrebbe colpito nel Sud-est asiatico, cosa che consentì ai russi di spostare le loro divisioni dalla Siberia in modo da fronteggiare l'attacco tedesco.
Ma Sorge iniziò a bere smodatamente. Nella sua catena spionistica venne a crearsi un anello debole, che alla fine si ruppe. Arrestato dai giapponesi nell'ottobre del 1941, fu impiccato nel 1944. Passarono vent'anni prima che l'Unione Sovietica lo celebrasse come eroe nazionale, stampando la sua effigie su un francobollo.
martedì 4 settembre 2007
Cavedagne
e poi contemplo il cielo,
e de' l'erbe parlo ad ogni stelo,
io vado sempre per quella via:
una cavedagna erbosa,
tutta verde e silenziosa,
e pur soffusa di malinconia...
Cavedagna, cavedagna erbosa,
tanto verde e silenziosa,
dimmi, hai tu contato i miei passi?
Sai, io ho contato i tuoi steli,
e certi gambi, i più alti,
li ho tutti quanti nominati:
Giulio, Bruno, Emilio, Rino e Santi,
i cari amici perduti...
Infine, un esile filo, un filo
che dondolava solo,
accorato di nostalgia,
l'ho chiamato: Silvia mia!
Cavedagna, cavedagna erbosa,
tanto verde e silenziosa,
tu ondeggi i mille steli,
io contemplo gli immensi cieli;
e mentre un sentimento irrompe,
già mi par di posare
su que' cirri porporini
e di vagare, di volare
incontro a' miei maestri:
don Milani e Mazzini...
sabato 1 settembre 2007
Zabriskie Point
A seguito di un duro scontro all'università in cui sia uno studente che un poliziotto perdono la vita, entra in un piccolo aeroporto privato e ruba un aeroplano. Vola verso il deserto e incontra la macchina in cui viaggia Daria, diretta alla casa del suo capo e amante. Dopo uno strano corteggiamento aereo raggiungono il Punto di Zabriskie, nella Death Valley e fanno l'amore.
Un paio di indirizzi
A questo sito aderiscono sviluppatori di software informatici filantropi e solidali. Alcuni di loro chiedono un contributo, altri mettono a disposizione il programma "free". Si trovano programmi per vari usi.
www.careerbuilder.com/age-o-matic
Provate a interrogare l'age-o-matic per scoprire quali effetti sortisce su di voi il vostro lavoro. Basta caricare una vostra foto, rispondere ad alcune domande, e scoprire quanto il vostro lavoro è usurante. E' un gioco ovviamente, ma serve a ricordare sempre di crearsi sacche di svago e soddisfazione personale al di fuori dell'ambiente lavorativo.
Jimi Hendrix on Fire - Goodbye Art - 04
Un esempio di speed art o speed painting. Centinaia di artisti da tutto il mondo stanno invadendo la Rete con le loro opere realizzate con questa innovativa forma d’arte. Il risultato è molto semplice, ma allo stesso tempo coinvolgente: in pochi minuti si può assistere alla creazione dell’opera. Curiosi di capire come un quadro si realizzi, gli utenti si riuniscono "virtualmente" attorno all’artista, come si fa passando accanto ai ritrattisti di strada. Tra i soggetti più disegnati ci sono supereroi, attori, attrici, musicisti, ma anche i protagonisti delle serie tv di successo del momento.
Il più famoso artista italiano è Manlio Noto, "speed-painter" a metà tra musica blues e pittura (http://www.manlionoto.it/indexx.htm).