Oggi, giovedì 7 dicembre 2006, ore 17 e 55: sintonizzandosi per caso su La Vita In Diretta si poteva vedere il bel Cucuzza che a quell'ora si collegava con l'inviato mandato a Napoli per intervistare una delle tante soubrette (di cui non faccio il nome, tanto è di ben poca importanza nell'economia di questo articolo) reduci da una dele edizioni de L'Isola Dei Famosi. La femmina in questione si trovava nella sua casa di Napoli, da lei definita con tono estasiato una delle città più romantiche del mondo...
Poco prima avevo proprio terminato di leggere "Napoli siamo noi" di Giorgio Bocca; Napoli è una città dalle mille sfaccettature, ha il dono di una bellezza straordinaria, ma la sua è una bellezza maledetta, quotidianamente infangata e stuprata dalla sua perenne condizione di emergenza, miseria, degrado e, ovviamente, criminalità.
Il libro di Bocca ha il dono di essere illuminante: una piccola analisi del tessuto sociale ed economico locale, redatta con un linguaggio semplice, diretto, schietto e che trasmette al lettore le impressioni di chi quella analisi l'ha svolta con acume e dedizione, cioè impressioni pessimiste di una realtà che non può risorgere e cambiare per due motivi: primo perché la città si trova in quelle condizioni oramai da secoli (la condizione è quindi un leitmotiv); secondo perché la criminalità organizzata è ormai talmente radicata e infiltrata a tutti i livelli, in tutte le strutture in modo tale da aver costruito una rete a maglie strettissime e fittissime sia a livello di governo locale, sia a livello dei ceti più bassi e poveri. Attraverso i suoi canali, collegamenti e traffici si è andata sempre più arricchendo e rafforzando in modo tale da divenire parte integrante del DNA della città e dei suoi abitanti, del modo di pensare e di agire, della cultura locale, dove il rispetto dell'autorità costituita manca, e dove in una condizione di perenne sopravvivenza spesso la camorra, essendo una entità parallela a quella amministrativa e ai soggetti economici, garantisce un reddito e un vitalizio al comune cittadino o al cosiddetto uomo della strada il quale, essendo assieme alla propria famiglia in condizione di indigenza e necessità, accetta di collaborare con essa e benedice questo tipo di intervento e di sostegno.
Sprechi,corruzione,menefreghismo,individualismo, delinquenza, odio e malcontento crescenti, il treno dello sviluppo economico perso quando si decise di chiudere lo stabilimento siderurgico di Bagnoli (a scapito di quello di Taranto), che dava il pane a 20.000 persone, l'emergenza costante dei rifiuti, le speculazioni e l'abusivismo edilizio, ecc. ecc. ecc.
A Napoli tutte queste cose sono in contrasto altamente stridente, sono l'altra faccia della medaglia della città del Golfo la cui vista mozza il fiato, della città ricca di incommensurabili patrimoni culturali ed artistici, della città di una classe di raffinati intellettuali che hanno un occhio costante gettato al resto d'Europa.
Una soluzione? Bocca ci induce a diventare su questa parte del Meridione d'Italia pessimisti, dacché una soluzione non c'é.
Vi invito caldamente a leggere il libro.
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