L'open source in informatica indica un programma messo in internet con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente (cioè il linguaggio di programmazione) è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo che con la collaborazione libera e spontanea il prodotto finale possa raggiungere una complessità ed una perfezione maggiori di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L'esempio più lampante (e noto al largo pubblico) di open source sono le decine di distribuzioni GNU/Linux: un sistema operativo completo di migliaia di applicativi anche di elevatissimo valore. Questo modo di avvicinarsi all'informatica sta "contagiando" positivamente il mondo della tecnologia.

Dall'informatica alle quattro ruote si lavora all'auto "open source"
L'idea, lanciata da un ex dipendente della BMW ora proprietario di una società di consulenza, ha avuto sinora moltissime adesioni. L'ideatore dice: "Quando sarà a un ottimo livello qualcuno la produrrà di certo".Sta vedendo la luce un altro progetto di automobile "open source", una macchina cioè per la quale nessuno potrà rivendicare il benché minimo diritto di brevetto. La community non deve pertanto sottostare a brevetti o altre restrizioni convenzionali dovuti al marketing o alla tecnologia utilizzabile sul mercato.Un ex dipendente della BMW, Markus Merz, che ora è proprietario di una società di consulenza automobilistica in Germania, ha dato vita al progetto OSCAR, acronimo di "Open Source Car". L'idea di base del progetto è quella di permettere a chiunque lo voglia di copiare, modificare e redistribuire informazioni sullo sviluppo di un'automobile di elevato livello tecnologico senza rivendicare alcun diritto sulle modifiche proposte al suo miglioramento. Il progetto sta facendo riunire online ingegneri, designer e appassionati. Messe tutte assieme queste persone stanno ottimizzando giorno dopo giorno le caratteristiche tecniche dell'auto in oggetto e il suo design. Coloro che partecipano interagiscono sapendo che l'automobile ha alcune semplici specifiche. Devono sapere, per esempio, che la macchina è lunga quattro metri e larga due e possiede quattro porte. Essa sarà mossa da un motore elettrico e dovrà raggiungere una velocità di 150 chilometri all'ora. I partecipanti possono prendere parte ad uno dei quattro forum principali moderati da esperti, che assicurano che le migliori idee trovano applicazione. Essi sono "integrazione", che si occupa principalmente di design e miglioramento delle varie parti, "moduli" il cui obiettivo è quello di realizzare e perfezionare il motore e i sistemi di sicurezza, "mezzi", riguarda tutto ciò che serve per affinare le simulazioni e "network" dove i partecipanti discutono di potenziali partnership. Tutti devono sapere ed essere ben consci che non esiste alcuna proprietà per le loro idee. In tutto questo c'è un problema: chi costruirà alla fine l'automobile? Essa dovrà superare molte prove, tra cui i crash test. "Sono certo - ha detto Merz - che quando avremo raggiunto un ottimo livello informatico della macchina qualche società automobilistica, magari anche non grande, si interesserà al progetto e ci aiuterà a trasformare il modello in 3D in un prototipo reale. Il mio più grande sogno è quello di sedermi al suo volante".
L'idea, lanciata da un ex dipendente della BMW ora proprietario di una società di consulenza, ha avuto sinora moltissime adesioni. L'ideatore dice: "Quando sarà a un ottimo livello qualcuno la produrrà di certo".Sta vedendo la luce un altro progetto di automobile "open source", una macchina cioè per la quale nessuno potrà rivendicare il benché minimo diritto di brevetto. La community non deve pertanto sottostare a brevetti o altre restrizioni convenzionali dovuti al marketing o alla tecnologia utilizzabile sul mercato.Un ex dipendente della BMW, Markus Merz, che ora è proprietario di una società di consulenza automobilistica in Germania, ha dato vita al progetto OSCAR, acronimo di "Open Source Car". L'idea di base del progetto è quella di permettere a chiunque lo voglia di copiare, modificare e redistribuire informazioni sullo sviluppo di un'automobile di elevato livello tecnologico senza rivendicare alcun diritto sulle modifiche proposte al suo miglioramento. Il progetto sta facendo riunire online ingegneri, designer e appassionati. Messe tutte assieme queste persone stanno ottimizzando giorno dopo giorno le caratteristiche tecniche dell'auto in oggetto e il suo design. Coloro che partecipano interagiscono sapendo che l'automobile ha alcune semplici specifiche. Devono sapere, per esempio, che la macchina è lunga quattro metri e larga due e possiede quattro porte. Essa sarà mossa da un motore elettrico e dovrà raggiungere una velocità di 150 chilometri all'ora. I partecipanti possono prendere parte ad uno dei quattro forum principali moderati da esperti, che assicurano che le migliori idee trovano applicazione. Essi sono "integrazione", che si occupa principalmente di design e miglioramento delle varie parti, "moduli" il cui obiettivo è quello di realizzare e perfezionare il motore e i sistemi di sicurezza, "mezzi", riguarda tutto ciò che serve per affinare le simulazioni e "network" dove i partecipanti discutono di potenziali partnership. Tutti devono sapere ed essere ben consci che non esiste alcuna proprietà per le loro idee. In tutto questo c'è un problema: chi costruirà alla fine l'automobile? Essa dovrà superare molte prove, tra cui i crash test. "Sono certo - ha detto Merz - che quando avremo raggiunto un ottimo livello informatico della macchina qualche società automobilistica, magari anche non grande, si interesserà al progetto e ci aiuterà a trasformare il modello in 3D in un prototipo reale. Il mio più grande sogno è quello di sedermi al suo volante".
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Qui di seguito una serie di domande a cui gli ingegneri di FIATMIA hanno dato risposta.
L'idrogeno costa più dei combustibili tradizionali? Dipende. Oggi sì, ma solo perchè la produzione di idrogeno non è fatta a livello industriale e in quantità massicce. In quel caso, infatti, la sua produzione, stoccaggio e consumo renderebbero il "prezzo al litro" per l'utente finale più basso di quello attuale, senza contare i benefici in termini di impatto ambientale.
Come si crea l'idrogeno? Esistono vari modi, il più utilizzato (e anche il più inquinante) è il reforming dei gas, che utilizza comunque combustibili fossili e produce inquinamento. I metodi migliori scindono gli atomi di idrogeno ed ossigeno presenti nell'acqua in vari modi: l'elettrolisi impiega energia elettrica, la fotolisi utilizza la luce solare diretta e alcune proprietà dei semiconduttori, la biolisi utilizza il metabolismo di alcune alghe verdi.
Come si immagazzina l'idrogeno? A basse temperature? Principalmente sì, anche se non è il modo migliore. Esistono promettenti soluzioni che utilizzano nanotubi di carbonio, o nanofibre di grafite, per immagazzinare il gas a temperatura ambiente e con densità vicine a quella dell'idrogeno liquido. Una produzione in massa di tali sistemi di stoccaggio li renderebbe economici e davvero efficienti, soprattutto utilizzandoli come "serbatoi" per autovetture, come Fiatmia.
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