lunedì 1 gennaio 2007

L'open source applicato alla tecnologia legata all'automobile

L'open source in informatica indica un programma messo in internet con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente (cioè il linguaggio di programmazione) è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo che con la collaborazione libera e spontanea il prodotto finale possa raggiungere una complessità ed una perfezione maggiori di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L'esempio più lampante (e noto al largo pubblico) di open source sono le decine di distribuzioni GNU/Linux: un sistema operativo completo di migliaia di applicativi anche di elevatissimo valore. Questo modo di avvicinarsi all'informatica sta "contagiando" positivamente il mondo della tecnologia.
Dall'informatica alle quattro ruote si lavora all'auto "open source"
L'idea, lanciata da un ex dipendente della BMW ora proprietario di una società di consulenza, ha avuto sinora moltissime adesioni. L'ideatore dice: "Quando sarà a un ottimo livello qualcuno la produrrà di certo".Sta vedendo la luce un altro progetto di automobile "open source", una macchina cioè per la quale nessuno potrà rivendicare il benché minimo diritto di brevetto. La community non deve pertanto sottostare a brevetti o altre restrizioni convenzionali dovuti al marketing o alla tecnologia utilizzabile sul mercato.Un ex dipendente della BMW, Markus Merz, che ora è proprietario di una società di consulenza automobilistica in Germania, ha dato vita al progetto OSCAR, acronimo di "Open Source Car". L'idea di base del progetto è quella di permettere a chiunque lo voglia di copiare, modificare e redistribuire informazioni sullo sviluppo di un'automobile di elevato livello tecnologico senza rivendicare alcun diritto sulle modifiche proposte al suo miglioramento. Il progetto sta facendo riunire online ingegneri, designer e appassionati. Messe tutte assieme queste persone stanno ottimizzando giorno dopo giorno le caratteristiche tecniche dell'auto in oggetto e il suo design. Coloro che partecipano interagiscono sapendo che l'automobile ha alcune semplici specifiche. Devono sapere, per esempio, che la macchina è lunga quattro metri e larga due e possiede quattro porte. Essa sarà mossa da un motore elettrico e dovrà raggiungere una velocità di 150 chilometri all'ora. I partecipanti possono prendere parte ad uno dei quattro forum principali moderati da esperti, che assicurano che le migliori idee trovano applicazione. Essi sono "integrazione", che si occupa principalmente di design e miglioramento delle varie parti, "moduli" il cui obiettivo è quello di realizzare e perfezionare il motore e i sistemi di sicurezza, "mezzi", riguarda tutto ciò che serve per affinare le simulazioni e "network" dove i partecipanti discutono di potenziali partnership. Tutti devono sapere ed essere ben consci che non esiste alcuna proprietà per le loro idee. In tutto questo c'è un problema: chi costruirà alla fine l'automobile? Essa dovrà superare molte prove, tra cui i crash test. "Sono certo - ha detto Merz - che quando avremo raggiunto un ottimo livello informatico della macchina qualche società automobilistica, magari anche non grande, si interesserà al progetto e ci aiuterà a trasformare il modello in 3D in un prototipo reale. Il mio più grande sogno è quello di sedermi al suo volante".




Non vogliono dirci i loro nomi, non vogliono soldi, lo fanno per un avere un giorno un mondo migliore. Sono un gruppo di ingegneri con un sogno da realizzare.F.I.A.T.M.I.A., questo è il nome del progetto, è un auto ecologica, alimentata ad idrogeno e dalla forma a geodesica. La novità del progetto sta nell'aver attinto dalle migliori tecnologie già esistenti per ideare un veicolo che offre molto di più dei suoi attuali concorrenti sfruttando la geodesica che si basa sui poliedri. Si chiama superficie poliedrica la figura formata da più poligoni situati in piani diversi e disposti in modo che ciascun lato sia comune a due di essi e il piano di ognuno lasci tutti gli altri dalla stessa parte. I poligoni, i loro vertici e i loro lati si dicono rispettivamente facce, vertici e spigoli.I punti dello spazio che non appartengono alla superficie e si trovano dalla stessa parte della superficie rispetto al piano di ciascuna faccia si dicono punti interni alla superficie; tutti gli altri punti, che non sono interni e non appartengono alla superficie si dicono esterni. Si chiama poliedro la figura formata da una superficie poliedrica convessa e chiusa e dai suoi punti interni.Le facce, i vertici e gli spigoli della superficie sono facce, vertici e spigoli del poliedro. Si dice diagonale del poliedro il segmento che congiunge due vertici non situati sulla stessa faccia. Di questo progetto "open source" se ne è sentito parlare per la prima volta un po' di tempo fa, ben prima di OSCar. Ergonomia e aerodinamica: le automobili di oggi non si limitano ad inquinare circa 2 tonnellate di carbonio all'anno; la pessima aerodinamica con la quale vengono costruite peggiora i consumi, e l'ergonomia del veicolo è spesso inadatta ad una guida confortevole e quindi sicura. Fiatmia cerca di ribaltare la situazione con accorgimenti banali, semplici ma davvero efficaci.Il peso medio di un'auto è 1500 kg. La maggior parte dell'energia spesa non serve a trasportare gli individui, ma l'auto stessa. Fiatmia ribalta la situazione: con un telaio a struttura geodesica, ovvero formato da tanti piccoli esagoni e pentagoni, diminuisce il peso complessivo dell'abitacolo, mantenendo però una elevata robustezza e quindi sicurezza. L'unico svantaggio è l'essere vincolati per quanto riguarda l'estetica del veicolo, ma... con gli opportuni accorgimenti, anche la Fiatmia sembra essere in grado di rivaleggiare in bellezza con le sue più agguerrite concorrenti. Un peso minore significa minori consumi, più tenuta di strada.Fiatmia è limitata a 4 posti; tre sedili possono essere piegati per rendere l'abitacolo un enorme bagagliaio. Altre autovetture offrono 5 o persino 6 posti... Se osservate le vetture che circolano in giro, vedrete che di solito si viaggia da soli, o in due... uno spreco enorme, considerando che le autovetture consumano anche in rapporto al loro peso. Fiatmia potrebbe essere progettata anche in versione biposto, più piccola, compatta e dai consumi ridotti. Non dimentichiamo, poi, che il posizionamento dei sedili a "rombo" consentirebbe di guadagnare molto spazio all'interno dell'abitacolo.Un sistema di trasporto ad idrogeno consentirebbe a chiunque di acquisire la propria indipendenza energetica. I paesi caldi possono produrre elettricità con pannelli fotovoltaici, i paesi freddi con impianti eolici o geotermici. Una grande disponibilità di elettricità garantirebbe una produzione di idrogeno sufficiente per alimentare tutti i veicoli della nazione. Ci sono dei poteri economici in ballo, e quindi non basta seguire il buon senso. Solo una grande partecipazione di persone (e di VOTANTI) può cambiare la situazione. Sì all'idrogeno, no alla guerra.L'idrogeno è una tecnologia che, se utilizzata in maniera corretta, è pulita, rinnovabile, efficiente e disponibile in quantità illimitate. Il suo utilizzo come carburante per veicoli rappresenterebbe un grosso aiuto alla riduzione dell'inquinamento, al risparmio dei costi di manutenzione dei veicoli, alla diminuzione degli attriti e delle tensioni internazionali. E probabilmente un grosso disincentivo alle guerre.L'idrogeno è presente nell'acqua, insieme all'ossigeno. Con energia solare o eolica, tramite processo di elettrolisi, si possono scindere gli atomi ed immagazzinarli separatamente. E' poi sufficiente caricare l'idrogeno nel serbatoio del veicolo, metterlo in contatto con l'aria e si crea una grande quantità di energia elettrica, sufficiente per spingere i motori elettrici della Fiatmia. L'idrogeno è abbondante. Si trova principalmente nell'acqua.L'idrogeno, quando si unisce ad atomi di ossigeno, forma energia e... acqua. Nessun inquinamento. L'idrogeno è sicuro. E' sbagliato sostenere che automobili ad idrogeno sono meno sicure delle "cugine" a benzina. E' stato dimostrato, anzi, che la grande volatilità dell'idrogeno è una caratteristica che lo dovrebbe far preferire alla benzina. L'idrogeno è economico. Produrre idrogeno su scala industriale permetterebbe di ottenere energia più a buon mercato di quella prodotta con combustibili fossili, senza contare i vantaggi ambientali.L'idrogeno fornisce un ciclo di vita perfetto. Dall'acqua all'idrogeno, dall'idrogeno all'acqua. Spendi energia, ottieni energia. Perfetto.L'idrogeno è democratico. Per produrre idrogeno non servono giacimenti di petrolio o risorse di chissà che tipo. Basta il vento, o il sole, o le maree. Con la tecnologia giusta, tutte le nazioni del mondo possono essere indipendenti dal punto di vista energetico. Questa è pace. Fiatmia è un progetto di una automobile caratterizzata da:- Telaio a forma geodesica, caratterizzato da grande robustezza e leggerezza.- Quattro motori elettrici indipendenti, uno per ruota.- Generazione dell'energia elettrica tramite celle a combustibile, utilizzando idrogeno come carburante.- immagazzinamento dell'idrogeno a temperatura ambiente, tramite nanotubi di carbonio o nanofibre di grafite. Una variante del progetto prevede di utilizzare delle "palline" di dimensione predefinita, vantaggiose per una graduale conversione del sistema di distribuzione del carburante.- posizione dei sedili a "rombo", ottimizzando così gli spazi di bordo.- ottima aerodinamica, forma affusolata, nessuno spigolo.- specchietti retrovisori sostituiti da telecamere, migliorano la visibilità e l'aerodinamica.- fanali anteriori posizionati in alto, migliorando la resa ottica e la profondità di campo.- peso ridotto, solo poche componenti essenziali, niente "fronzoli" inutili, pesanti e soprattutto costosi.Una automobile del genere, prodotta su scala industriale, avrebbe dei costi bassi, una resa chilometrica eccellente e una affidabilità enorme. I motori elettrici si rompono raramente. E qui ce ne sono ben quattro!
Qui di seguito una serie di domande a cui gli ingegneri di FIATMIA hanno dato risposta.
L'idrogeno costa più dei combustibili tradizionali? Dipende. Oggi sì, ma solo perchè la produzione di idrogeno non è fatta a livello industriale e in quantità massicce. In quel caso, infatti, la sua produzione, stoccaggio e consumo renderebbero il "prezzo al litro" per l'utente finale più basso di quello attuale, senza contare i benefici in termini di impatto ambientale.
Come si crea l'idrogeno? Esistono vari modi, il più utilizzato (e anche il più inquinante) è il reforming dei gas, che utilizza comunque combustibili fossili e produce inquinamento. I metodi migliori scindono gli atomi di idrogeno ed ossigeno presenti nell'acqua in vari modi: l'elettrolisi impiega energia elettrica, la fotolisi utilizza la luce solare diretta e alcune proprietà dei semiconduttori, la biolisi utilizza il metabolismo di alcune alghe verdi.
Come si immagazzina l'idrogeno? A basse temperature? Principalmente sì, anche se non è il modo migliore. Esistono promettenti soluzioni che utilizzano nanotubi di carbonio, o nanofibre di grafite, per immagazzinare il gas a temperatura ambiente e con densità vicine a quella dell'idrogeno liquido. Una produzione in massa di tali sistemi di stoccaggio li renderebbe economici e davvero efficienti, soprattutto utilizzandoli come "serbatoi" per autovetture, come Fiatmia.

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