Che schifo 1: Nestlé Italia indagata per evasione fiscale. La procura di Milano indaga sui vertici della filiale italiana, rappresentati nelle persone di Vincenzo Miceli e Cesare Cavallin, che andranno a processo il 9 ottobre. Il reato contestato dal pubblico ministero Letizia Mannella, che coordina le indagini del nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza, è quello di "dichiarazione infedele" dei redditi. Ed è da una verifica ordinaria delle Fiamme gialle che è nata l'inchiesta: tra il 2004 e il 2005 i militari controllano la sede in via Giulio Richard a Milano e scoprono che dal 2000 al 2003 c'è un divario tra i costi documentati e quelli fittizi, dichiarati dalla società come "compensi riconosciuti ai clienti per prestazioni promozionali e pubblicitarie", ma le fatture delle attività promozionali non sono mai state presentate. Anche i ricavi sarebbero stati gonfiati e la società non è stata in grado di spiegare a quali clienti corrispondessero le note di credito non emesse. Tutto questo ha portato ad una evasione totale pari a 7,6 milioni di euro. Miceli, nel frattempo, non siede più al vertice del CDA ed ora è a Vervey, in Svizzera, dove ha assunto l'incarico di senior vice president Europe.
CHE SCHIFO!
Che schifo 2: l'8 per mille, gli insegnanti di religione, i contributi per scuole, ospedali, grandi eventi, vantaggi fiscali. Ogni anno 4 miliardi di euro passano dalle casse dello Stato italiano a quelle del Vaticano. Praticamente l'equivalente del costo della "casta" politica e di quasi una metà di una finanziaria. Questa ricchezza della Chiesa cattolica è frutto dell'operato di 20 anni dell'Eminenza Ruini.
DESTINAZIONI IN PERCENTUALE DELL'8 PER MILLE:
- 30,5% interventi nazionali
- 25,2% diocesi italiane
- 8,6% Terzo Mondo
- 35,7% sacerdoti
Su 5 euro incassati dal gettito stabilito dal meccanismo fiscale dell'Irpef (studiato a metà anni '80 da un fiscalista all'epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, all'epoca consulente del Governo Craxi), 1 va alla carità, il resto tra culto e immobili.
La Chiesa cattolica costa ogni anno ai contribuenti italiani quasi quanto il ceto politico: oltre 4 miliardi di euro tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce riguarda il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni di euro per gli stipendi dei 22.000 insegnanti dell'ora di religione (un vecchio relitto concordatario), altri 700 milioni versati tra Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai grandi eventi, per una media annua di 250 milioni. Poi va aggiunto il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea. Si può valutare con una forbice che varia dai 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'ICI, in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di 40 milioni di persone.
La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa ogni anno agli italiani quanto la casta politica.
CHE SCHIFO!
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