martedì 4 settembre 2007

Cavedagne


Sul tardo pomeriggio di oggi, mentre attraversavo in auto la Bassa guidando lungo la Trasversale di Pianura per rincasare dopo il lavoro, mentre osservavo a destra e a sinistra i colori della campagna che risultavano quasi più carichi ed accentuati dopo la tempesta odierna che con il calo repentino della temperatura ha annunciato che l'estate ormai è quasi finita, ho iniziato a pensare ad un particolare, un elemento di queste terre agresti: le cavedagne.
Dicesi "cavedagna" una striscia di terreno incolto che limita le testate di un campo coltivato ed è perpendicolare alla direzione dell’aratura.
Facendo delle ricerche ho scoperto che le nostre cavedagne hanno ispirato poeti e registi. Il poeta contemporaneo Franco Buzzoni ha pubblicato una poesia dal titolo "La Via dell'Esilio":

Da quando miro la terra
e poi contemplo il cielo,
e de' l'erbe parlo ad ogni stelo,
io vado sempre per quella via:
una cavedagna erbosa,
tutta verde e silenziosa,
e pur soffusa di malinconia...

Cavedagna, cavedagna erbosa,
tanto verde e silenziosa,
dimmi, hai tu contato i miei passi?

Sai, io ho contato i tuoi steli,
e certi gambi, i più alti,
li ho tutti quanti nominati:
Giulio, Bruno, Emilio, Rino e Santi,
i cari amici perduti...

Infine, un esile filo, un filo
che dondolava solo,
accorato di nostalgia,
l'ho chiamato: Silvia mia!

Cavedagna, cavedagna erbosa,
tanto verde e silenziosa,
tu ondeggi i mille steli,
io contemplo gli immensi cieli;
e mentre un sentimento irrompe,
già mi par di posare
su que' cirri porporini
e di vagare, di volare
incontro a' miei maestri:
don Milani e Mazzini...

Mentre Bernardo Bolognesi e Francesco Merini hanno girato un lungometraggio dal titolo "Cavedagne". Il critico Piero Di Domenico ci parla in breve della trama: "Bologna, 2002. Le strade della città sono un labirinto in cui numerosi personaggi si aggirano, cercando faticosamente di costruire il proprio destino o semplicemente di vivere. Fra questi Bernardo, in bilico fra la professione di avvocato e la passione per la cucina e la ristorazione, i suoi amici Carlo e Giulio, Vera, che arriva dall’America meridionale, Bene, giovane damsiana alle prese con la materializzazione della Morte, Igor e Viktor, due fratelli di origine russa dediti alla microcriminalità e incapaci di trovare un proprio posto nella società civile. Un capannone industriale da svuotare diventa il luogo in cui i sogni e i destini di Bernardo e Carlo da un lato, Igor e Viktor dall’altro, si incrociano e si ostacolano. Ne scaturisce un viaggio/inseguimento delirante che conduce i personaggi fuori dalla città, verso la campagna e il mare. Alla fine del viaggio Bernardo riuscirà a uscire dal labirinto e a trovare la forza di coltivare i propri sogni.

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